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Perché Dio non ci ascolta?

Perché Dio non ci ascolta?

Qualche volta noi uomini pretendiamo troppo. Anche da Dio. Gli chiediamo di farsi annunciare con gesti e segni eclatanti, un po’ come farebbe un prestigiatore od un incantatore da baraccone… invece Dio manifesta la sua grandezza nella normalità. Nelle piccole cose. Nelle esperienze di ogni giorno.

Il mio in(solito) commento a:
A voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato (Matteo 13,10-17)

Talvolta ci lamentiamo perché Dio sembra non ascoltare le nostre preghiere. Ma ci siamo mai chiesti se noi siamo disposti ad ascoltare Lui? Sì, amici cari, perché Dio ci parla molto più spesso di quanto noi non crediamo. Lo fa attraverso la testimonianza ed il comportamento delle persone che ci circondano, ma Dio parla anche direttamente al nostro cuore. Dice il Salmo: «Il Signore mi ha dato consiglio, anche di notte il mio cuore mi istruisce» (Salmo 16, 7).

Ecco un altro modo in cui il pensiero di Dio giunge a noi: attraverso lo Spirito Santo che illumina la nostra anima. Ci insegna Papa Francesco: “Nel momento in cui accogliamo lo Spirito Santo e lo ospitiamo nel nostro cuore, Egli comincia subito a renderci sensibili alla sua voce e ad orientare i nostri pensieri, i nostri sentimenti e le nostre intenzioni secondo il cuore di Dio. Nello stesso tempo, ci porta sempre più a rivolgere lo sguardo interiore su Gesù, come modello del nostro modo di agire e di relazionarci con Dio Padre e con i fratelli” (Udienza Generale 7 maggio 2014).

Qualche volta noi uomini pretendiamo troppo. Anche da Dio. Gli chiediamo di farsi annunciare con gesti e segni eclatanti, un po’ come farebbe un prestigiatore od un incantatore da baraccone… invece Dio manifesta la sua grandezza nella normalità. Nelle piccole cose. Nelle esperienze di ogni giorno.

Mi piace soffermarmi su questo punto ricordando il passo dell’Antico Testamento in cui il profeta Elia incontra Dio sul monte Oreb: “Ivi entrò in una caverna per passarvi la notte, quand’ecco il Signore gli disse: «Che fai qui, Elia?». Egli rispose: «Sono pieno di zelo per il Signore degli eserciti, poiché gli Israeliti hanno abbandonato la tua alleanza, hanno demolito i tuoi altari, hanno ucciso di spada i tuoi profeti. Sono rimasto solo ed essi tentano di togliermi la vita». Gli fu detto: «Esci e fermati sul monte alla presenza del Signore». Ecco, il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti e spezzare le rocce davanti al Signore, ma il Signore non era nel vento. Dopo il vento ci fu un terremoto, ma il Signore non era nel terremoto. Dopo il terremoto ci fu un fuoco, ma il Signore non era nel fuoco. Dopo il fuoco ci fu il mormorio di un vento leggero. Come l’udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all’ingresso della caverna. Ed ecco, sentì una voce che gli diceva: «Che fai qui, Elia?»” (1Re, 19, 9.11-13).

Dio non è colui che ci fa paura, ma colui che viene a salvarci; è quel soffio di brezza leggera che ci dà respiro quando ci sembra di soffocare. Lui è quella mano tesa che ti sorregge quando stai per affondare. A noi non resta che fidarci di Lui, senza dubitare del suo amore, nemmeno nel momento delle tenebre e della tempesta. Prepariamoci ad ascoltare la voce di Dio che sussurra al nostro cuore come un alito di brezza leggera e la fiammella di Dio, che brilla nel nostro cuore, rischiarerà sempre il nostro cammino e quello di chi ci sta accanto!

#Santanotte amici, la fiammella che Dio ha posto nel cuore di ciascuno di voi, illumini sempre la vostra vita e rischiari il cammino di chi vi sta accanto!

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “L’Uomo dei dolori tra le braccia della Vergine” di Hans Memling, 1475, olio su tela, 27.4 x 19.9 cm, National Gallery of Victoria, Melbourne

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