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Perché Dio permette l’esistenza del male?

Perché Dio permette che il male esista?

Perché Dio permette il male? Quante volte ce lo siamo chiesti, forse scoraggiati? Oggi voglio provare a rispondere in modo (in)solito:

Io so chi tu sei: il santo di Dio! (Luca 4,31-37)

Dio ci ha creati per primo, amandoci, e ha sempre sperato che un giorno lo avremmo amato a nostra volta. Ma, dandoci la libertà, ha scelto di limitare la propria. Sì, hai capito bene: Dio ci ha donato il libero arbitrio e non interferisce nelle nostre decisioni. Questo è il cuore del suo immenso amore: ci lascia liberi, anche di sbagliare. E questo, proprio perché ci ama.

Ecco il paradosso: Dio onnipotente, onnipresente, onnisciente – che conosce ogni nostro pensiero ancor prima che si formi – non ci condanna, ma ci perdona. Non ha condannato Giuda, che lo tradì dopo aver condiviso il pane. Non ha condannato Pietro, che lo rinnegò tre volte. Non ha condannato Caino, che uccise suo fratello. Al contrario, lo ha protetto con un segno, impedendo che fosse ucciso (Genesi 4,15).

L’uomo è libero: libero di costruire il proprio destino, di autodistruggersi o di salvarsi. È persino libero di condannarsi all’inferno, di allontanarsi da Dio. Ed è qui che il male trova spazio: è il frutto della nostra libertà usata male. Ma Dio, nel suo amore sconfinato, ci ha concesso perfino questo. Non è sorprendente che spesso incolpiamo proprio Lui per questo atto d’amore? È come se gli rimproverassimo la libertà che ci ha dato, una libertà che a volte ci porta a sbagliare.

Il male, però, non è altro che la conseguenza delle nostre scelte errate. L’orgoglio, l’invidia, l’odio ci travolgono, o magari, semplicemente, non comprendiamo le conseguenze delle nostre azioni. Siamo esseri imperfetti, fallibili. Ma Dio ci tende sempre la mano del perdono.

Ed è proprio dalla Croce, da quel legno su cui lo abbiamo inchiodato con le nostre mani, che Cristo ci offre il suo estremo perdono: “Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno” (Lc 23,34).

Dio ci ama troppo per impedirci di scegliere. Vuole che lo amiamo, ma non ci forza. Ci ha creato, si è fatto carne, è morto per noi, eppure noi lo abbiamo rifiutato. Il male nasce da noi, dalle nostre scelte. E quando il male ci colpisce, quando cadiamo sotto il suo peso, è allora che Gesù viene in nostro soccorso. Proprio come nel brano del Vangelo di oggi, dove vediamo il primo esorcismo di Gesù nella sinagoga di Cafarnao. Anche oggi, come allora, Dio ci viene incontro quando siamo lontani da Lui. Se lo lasciamo fare, ci libererà dal male.

Quante volte sentiamo il bisogno di aprire un Vangelo, di accendere una candela, o di fermarci per una preghiera fugace? Sono piccoli passi verso Dio. Lui può salvarci in un istante, come ha fatto con Paolo, o pian piano, come con Sant’Agostino. Ma sempre ci chiederà di tornare nel suo abbraccio.

Dio scaccia il male dal nostro corpo, e la luce della sua Risurrezione spezza le tenebre. Cosa possiamo fare per guarire? Rimettere Dio al centro della nostra vita, ringraziarlo per ogni dono, grande o piccolo. Solo così la nostra lampada tornerà a brillare, illuminando il nostro cammino, e con essa torneranno serenità e pace #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La tentazione di Cristo”, di Ary Scheffer, 1854, olio su tela, Walker Art Gallery, Liverpool, Inghilterra

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