Oggi voglio invitarti a uno sguardo insolito, a una prospettiva che lascia senza fiato: dall’alto della croce. Da lassù, tutto si ridimensiona, e forse possiamo rispondere alla domanda più difficile di sempre: perché Dio permette il male?
Il mio (in)solito commento a:
“Se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo” (Luca 13,1-9)
Alcuni, quel giorno, raccontano a Gesù di certi Galilei, il cui sangue Pilato ha mescolato a quello dei loro sacrifici. Ed ecco Gesù che risponde: «Pensate che quei Galilei fossero più peccatori degli altri, per aver subìto una tale sorte? No! Ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. E quelle diciotto persone, su cui è crollata la torre di Sìloe, credete che fossero più colpevoli? No, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Una torre che crolla, uomini innocenti massacrati… Gesù prende due tragedie e ce le mette davanti, come uno specchio. Perché il mondo è colpito da un male così subdolo? Perché crollano i ponti, perché i terremoti devastano tutto?
Perché esiste il male?
È la domanda che si è posto anche Giobbe, al culmine della disperazione. Ma che cos’è il male, e perché Dio lo permette? Fermiamoci un istante: può Dio, che ci ha creati a sua immagine, che ci ama al punto di donare Suo Figlio per noi, volere il male per le sue creature?
No, non può. Ma allora, perché il male esiste? C’è un male che deriva da noi, dalla nostra cattiveria, dal nostro egoismo, dalla voglia di possedere e dominare. È un “male che fa male”, perché si potrebbe evitare, se solo ci fosse più amore e meno invidia. È il male di Pilato, di ogni assassino, di chiunque scelga deliberatamente di nuocere al prossimo.
E poi ci sono le tragedie. La torre di Siloe, le pandemie, i disastri naturali… Un male che nasce da una scelta all’origine dei tempi: quella del demonio. Sotto le sembianze del serpente, il Male in persona ingannò Eva, spingendo l’umanità verso il peccato. Così si è creata una frattura tra materia e spirito, una ferita che ancora sanguina. L’universo intero vibra come una corda spezzata da quell’azione scellerata.
Il male è assenza di bene. Dove non c’è amore, c’è il male. Anche Satana, un tempo angelo, ha scelto orgoglio e invidia, allontanandosi dall’amore. La libertà che Dio ci dà implica la possibilità di allontanarsi da Lui, e, purtroppo, alcune anime lo fanno.
Ma Dio non ci ha lasciati soli. Ha mandato Suo Figlio per salvarci e dare un senso anche al dolore. Gesù stesso ha vissuto il dolore, l’ingiustizia, la persecuzione e la morte. Dio ha tanto amato il mondo da donare Suo Figlio affinché chiunque crede in Lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna.
La sofferenza ci spezza, ma non siamo soli: Dio soffre accanto a noi. Quando la nostra mente non riesce a comprendere, possiamo solo contemplare questo mistero.
Saliamo anche noi su quella croce, accanto a Gesù. Dall’alto, vediamo il male che causiamo con le nostre azioni, o persino con la nostra indifferenza. E invochiamo il perdono, come fece il buon ladrone: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno.” E sentiremo la dolce risposta di Gesù: “Oggi sarai con me in Paradiso.”
Da lassù, comprenderemo che ciascuno di noi è amato, profondamente, fino alla fine #Santanotte
Alessandro Ginotta
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