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Perché Gesù loda l’amministratore disonesto?

Perché Gesù loda l'amministratore disonesto?

Vieni con me, perché oggi voglio parlarti di una parabola che lascia un po’ spiazzati: quella dell’amministratore disonesto. È un brano che ci sfida a guardare la vita e il prossimo da una prospettiva sorprendente, una di quelle storie di Gesù che non possiamo spiegare con una semplice morale. Vuoi un primo assaggio? Te lo do qui, ma se vuoi andare oltre, scopri la seconda parte sul mio blog https://www.labuonaparola.it/lamministratore-disonesto-una-spiegazione/

Il mio in(solito) commento a:
I figli di questo mondo verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce (Luca 16,1-9)

Eh sì, qualche volta Gesù ci mette davanti ad una parabola difficile. Ci sconcerta che questo amministratore disonesto venga lodato. Proprio non capiamo. Ha sperperato i beni del suo padrone e, anche dopo essere stato colto sul fatto, ha continuato a truffarlo, falsificando i conteggi, per ingraziarsi i debitori, nella speranza di trovare un lavoro presso di loro. Proprio un tipaccio.

Eppure, ti confesso che provo empatia per questo amministratore scaltro e senza scrupoli. San Luca riesce a dipingerlo così bene che è impossibile non immaginarsi nella sua stessa situazione, sentire le sue stesse ansie. Riesci a immaginarlo anche tu? Il gelo che lo pervade quando capisce di essere stato scoperto, l’angoscia, quel misto di vergogna e determinazione che lo spinge a escogitare un piano. “Non ho la forza di zappare, e mendicare mi vergogno… so io cosa farò!”, pensa tra sé e sé (vv. 3-4). Un uomo in trappola, combattuto, aggrappato a una speranza che cerca disperatamente di non perdere.

Qui c’è qualcosa di universale, non trovi? La lotta tra il bene e il male, il richiamo di una caduta lontana, quella di Adamo ed Eva. Forse, ci riconosciamo in lui perché, in fondo, è uno di noi. Per quanto abbia sbagliato, quest’uomo è umano. E c’è qualcosa in lui che risuona in ognuno di noi, qualcosa che ci porta a provare una sorta di simpatia, quasi fossimo lì a “tifare” per lui, a volerlo salvare.

E qui arriva il punto: se noi riusciamo a provare compassione, affetto, quasi una solidarietà verso di lui… pensa quanto Gesù ami ciascuno di noi, anche chi sbaglia! Se noi possiamo guardare con indulgenza questo uomo astuto e imperfetto, quanto più Dio, che ci conosce profondamente, sarà capace di amarci nonostante i nostri errori, di guardare oltre, di cercare quel piccolo seme divino nascosto nel fondo della nostra anima.

Amica, amico, c’è una certezza che non ci abbandona mai: non importa quanti errori commettiamo, possiamo sempre contare sull’amore senza condizioni di Dio. Sì, anche dentro chi ci è più distante, anche dentro chi sbaglia ogni giorno, perfino in chi ha compiuto le azioni peggiori, Dio continua a seminare la speranza.

Ecco il nostro Dio, un Dio misterioso e straordinario, che ci invita a essere misericordiosi con gli altri, anche con chi non lo meriterebbe secondo il nostro giudizio. E a essere misericordiosi con noi stessi, anche quando pensiamo di non meritare più nulla. Perché Dio ci ama, ci abita e non smetterà mai di cercare quel seme di bene che sopravvive in ciascuno di noi #Santanotte

Alessandro Ginotta

Vuoi altre risposte sull’argomento? Le trovi qui: https://www.labuonaparola.it/lamministratore-disonesto-una-spiegazione/

Il dipinto di oggi è: “Cristo Crocifisso con Maria Maddalena che piange”, di Francesco Hayez, 1827, olio su tela, 103.7 x 220 cm, Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano

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