+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 6,19-23)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo, dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l’occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo, tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra, quanto grande sarà la tenebra!».
Parola del Signore
Ah! Se potessimo vedere l’estratto conto della nostra anima! Io credo che molti di noi cambieremmo vita. Trascorriamo giorni, mesi, anni a rincorrere una fortuna… che non c’è. Quando riusciamo a guadagnarlo… accumuliamo denaro. Lo depositiamo in banca, cerchiamo l’interesse migliore, ci disperiamo quando dobbiamo pagare le tasse… e poi?
Non me ne vogliate… devo scrivere una cosa “antipatica”, ma che servirà per il bene delle nostre anime: Tutti noi abbiamo un appuntamento, un appuntamento al quale non potremo proprio mancare. Un giorno, mi auguro per tutti il più lontano possibile, anche il nostro cuore batterà l’ultimo colpo, anche i nostri polmoni si riempiranno per l’ultima volta e poi?
E poi ci verrà presentato l’estratto conto della nostra anima. Scopriremo così quante volte per accumulare qualche centesimo in più abbiamo dimenticato di voler bene ai nostri cari. Abbiamo negato una carezza ai nostri figli. Un sorriso ai nostri genitori anziani.
Scopriremo quante volte per pensare soltanto a noi stessi abbiamo trascurato il prossimo, i bisognosi che incontriamo per la strada (e dai quali talvota fuggiamo…) così come quella vecchina che, tutta curva, trascinava a fatica il suo carrellino della spesa. Quanto ci sarebbe costato… o meglio quanto avrebbe fruttato (!) sull’estratto conto dell’anima fermarci un istante, regalarle un sorriso e offrirci di portare noi il suo carrellino per qualche metro. Forse lei ci avrebbe arricchito di più! Oh, sì! Quella ricchezza che arriva dal calore del cuore, la ricchezza dei ricordi che ci avrebbe raccontato con gioia, la ricchezza del grazie che ci avrebbe detto con riconoscenza. E forse, osservando bene i suoi occhi, vi avremmo potuto scorgere dentro finanche Gesù!
Oh, ma noi siamo impegnati! Non è vero? Abbiamo “lavoro da fare”, commissioni “da sbrigare”, non abbiamo tempo di perderci in “queste sciocchezze”.
E così, quando arriveremo a quel fatidico ultimo giorno, e ci presenteremo davanti a Gesù, porteremo la mano là, dove di solito teniamo il portafogli e cercheremo la nostra carta di credito per pagare l’ingresso al Paradiso… ma non la troveremo! Allora cercheremo il libretto degli assegni… poi tenteremo inutilmente di trovare almeno una piccola insignificante monetina. Allora scopriremo, amici, che: “il sudario non ha tasche!“, come ha ricordato Papa Francesco. Le nostre ricchezze, piccole o grandi che siano, resteranno sulla terra, non le porteremo con noi…
Oh, sì! Perchè ben altra moneta è quella che ci richiede Gesù: “Non accumulate per voi tesori sulla terra […], accumulate invece per voi tesori in cielo. […] Perché, dov’è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore” (vv. 19-21). E dove c’è il nostro cuore c’è l’amore. L’amore che abbiamo ricevuto, l’amore che abbiamo dato, ed anche quello che non siamo stati capaci di dare. Questo è l’estratto conto dell’anima! Questa è la moneta in circolazione nel Regno di Dio!
Perchè: “Alla sera della vita saremo giudicati sull’amore” (S. Giovanni della Croce).
Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Come sarà l’estratto conto della mia anima? Sono stato capace di dare amore? E… la lampada del mio corpo è luminosa o tenebrosa? Guardando nel mio occhio si riesce a scorgere il riflesso di Gesù?
Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco!
#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂
Il dipinto di oggi è “La moneta del tributo”, attribuito al pittore fiammingo Peter Paul Rubens, 1612 circa, olio su tela, 144 x 190 cm, Museo delle Belle Arti di San Francisco, USA.
Alessandro Ginotta
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