Hai faticato per giorni, settimane o forse mesi, senza vedere un cambiamento? Forse questa pagina è quello che fa per te!
Ecco il mio (in)solito commento su:
Lasciarono tutto e lo seguirono (Luca 5,1-11)
Frustrazione, sconforto, delusione. Quante volte ci siamo sentiti così? Poi, quando meno te lo aspetti, arriva Gesù e ribalta ogni cosa. Non un piccolo cambiamento, ma una trasformazione totale. Una rivoluzione che tocca ogni aspetto della tua vita.
“Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare” (vv. 4-7).
Questo è ciò che succede quando ci affidiamo a Gesù con tutto noi stessi: sulla tua parola getterò le reti. Un gesto di fede e… boom! Le reti sono piene, così tanto da non riuscire quasi a contenerle. Lo stupore invade tutti, la meraviglia per ciò che è accaduto è palpabile. Ricordi la parabola del granello di senape? Il seme più piccolo diventa un albero grande, capace di offrire riparo. E così è la fede. Così è Gesù: Lui fa la differenza tra vuoto e abbondanza, tra fallimento e successo. A noi, però, spetta una sola cosa: fidarci e lasciare che sia Lui a condurre il gioco.
Gesù ci coinvolge, ma chiede anche il nostro sì. Ci invita ad agire, a credere davvero che ciò che chiediamo nella preghiera può accadere. Ed è qui che sta la vera forza della preghiera: la certezza che ciò che stiamo per domandare si realizzerà. Quando invece ci chiudiamo nel dubbio, rinchiudendoci nel nostro piccolo mondo, neghiamo la nostra fede. Ci dimentichiamo che non siamo soli, non siamo orfani: abbiamo un Padre in cielo, potente e sempre pronto ad agire per noi.
“Credere” è proprio questo: è la costanza nel pregare, come ci insegna la parabola del giudice e della vedova (Luca 18,1-8); è l’amore verso il prossimo, come ci viene comandato nel Vangelo (Matteo 22,34-40); è il coraggio di gettarsi, anche quando tutto sembra contro di noi (Matteo 10,16-33). A volte ci vuole persino un pizzico di audacia, come bussare insistentemente alla porta di un amico nel cuore della notte (Luca 11,5-8). E infine, c’è l’ingrediente più prezioso: la fede. Anche solo una briciola, grande come un granello di senape, può fare miracoli! (Luca 13,18-19).
Ma c’è di più. Gesù non ci chiede solo di fidarci: ci invita a gettare le reti nel mare della nostra vita. Cosa significa? Che dobbiamo saper lasciare andare tutto ciò che è superfluo: l’ansia, la preoccupazione, la smania di possesso. Non ci servono per seguire Lui. Ci basta la fiducia. E il desiderio di tuffarci davvero nella vita. Perché “credere” non è solo un’idea: è un’azione, un verbo che richiede di camminare, cercare, seminare. A volte persino scavare con le mani nude, per trovare quella perla preziosa nascosta nel campo (Matteo 13,45-46).
Incontrare Gesù non ci lascia mai uguali. Ci cambia dentro, profondamente. Dio è lì dove c’è da lavorare e da sognare, dove nasce il bene e sorge il sole. Dove c’è amore, ma anche fatica. Dove si perdona, si cura, si costruisce. Il Regno dei Cieli non è per chi cerca sicurezze materiali, ma per chi si abbandona all’amore di Dio. È per chi ha un cuore semplice, che sa soffrire con chi soffre e gioire con chi gioisce. È per chi non giudica, ma accoglie; per chi non è violento, ma misericordioso. Per chi sa essere un costruttore di pace e riconciliazione #Santanotte
Alessandro Ginotta
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