Sabato 7 novembre le Caritas di Piemonte e Valle d’Aosta sono scese in piazza per sensibilizzare la cittadinanza al problema della povertà estrema. In piazza Castello, a Torino, era presente anche l’Arcivescovo di Torino Mons. Cesare Nosiglia, che ha srotolato uno striscione.
“Io vorrei conoscere uno ad uno il nome di questi poveri” ha commentato Mons. Nosiglia srotolando lo striscione sul quale era impresso il numero 4.102.000. Questo è il conteggio effettuato da Caritas delle persone che in Italia vivono in condizioni di povertà assoluta.
Un grido di povertà, ma anche una richiesta di dignità. “I poveri – ha proseguito l’Arcivescovo di Torino citando le parole pronunciate da Papa Francesco al Consiglio d’Europa – chiedono non solo il pane per sostenersi, ma anche di riscoprire i valori della propria vita”.
In Europa oltre quaranta milioni di persone vivono in condizioni di povertà estrema. Non hanno nulla. Neppure l’accesso a beni essenziali come la casa, l’educazione, il cibo, l’abbigliamento.
Pierluigi Dovis, direttore della Caritas Diocesana e Delegato regionale per il Piemonte e la Valle d’Aosta, ha fornito alcuni numeri agghiaccianti: nell’area metropolitana torinese risiedono circa un milione e mezzo di persone, di cui il 14,1% (circa 200.000 abitanti) si trova in condizioni di povertà e quasi la metà versa in povertà grave (6% della popolazione).
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Nella sola città di Torino si stima che siano oltre 1.500 i senza fissa dimora. Persone che “qualche volta – come ha osservato Mons. Nosiglia – rifiutano perfino di dormire nei ricoveri messi a disposizione dalle varie strutture operanti sul territorio”.
Se i numeri degli indigenti sono molto elevati, è anche alto il numero di chi ha trovato un sostegno. Nel corso del 2015 i soli centri di ascolto della Caritas hanno erogato oltre un milione di euro in aiuti che sono serviti a “tamponare situazioni che stavano incancrenendosi”. Moltissime le iniziative a sostegno della povertà: 1.600 i senzatetto accolti, 500 le persone soggette a sfratto incolpevole, 150 i padri separati, e 200 donne sole o con bambini ospitati nelle strutture dislocate in varie parti della città.
Una proposta: il Reddito di inclusione sociale
La Caritas ha aderito all’Alleanza Contro la Povertà ed alla proposta di un Reddito di Inclusione sociale: il REIS. Uno strumento che si prefigge l’obiettivo di accompagnare chi si trova in condizioni di povertà assoluta con aiuti economici, ma anche con un supporto finalizzato ad uscire dalle condiziondi di marginalità.
Il REIS permetterebbe ad ogni famiglia di ricevere un importo pari alla differenza tra la soglia di povertà ed il proprio reddito, ma anche di accedere a servizi di assistenza sociale ed istruzione.
Come ha scritto Don Francesco Soddu, direttore della Caritas Italiana: “Non si può combattere la povertà solo con interventi su beni essenziali e alimentari. Non si può pensare che l’unica misura universalistica che il nostro Paese sa garantire alle famiglie povere sia un pacco di viveri o una mensa. Si può cominciare dall’aiuto alimentare per costruire percorsi di riscatto ma non ci si può limitare a questo. C’è bisogno di misure strutturali di contrasto alla povertà che sappiano tenere insieme risorse e accompagnamento. Per ogni persona povera c’è bisogno di impegno istituzionale e solidarietà sociale”.
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