Quali sono le parole più importanti di Gesù?
Il mio in(solito) commento a:
La mia casa sarà chiamata casa di preghiera per tutte le nazioni. Abbiate fede in Dio! (Marco 11,11-25)
L’Ascensione narrata da San Matteo è particolare. L’evangelista non parla esplicitamente di salita al cielo, anche se, in qualche modo, ce la fa capire: “A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra”. Ma il passaggio più importante di questo brano di Vangelo è nell’addio, che riporta le ultimissime parole pronunciate da Gesù sulla terra: «Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo» (v. 20).
Immaginate di poter vedere, per l’ultima volta prima di partire per un lunghissimo viaggio, i vostri amici più cari. Immaginate di sapere, in cuor vostro, che questo viaggio vi porterà in luoghi lontanissimi, dove sarete chiamati a fare cose molto importanti. E che, probabilmente, dovrete stare lontani per sempre dal luogo che state lasciando. Avete un minuto per potervi congedare dalle persone con le quali avete condiviso gli ultimi anni della vostra vita. Persone che amate. E che vi porterete nel cuore. Forse le parole che pronuncerete non saranno proprio le più urgenti? Quelle che proprio bruciano nel vostro cuore e che non potete trattenere? Forse non saranno le parole più cariche di verità? Forse non parlerete proprio della cosa che voi ritenete sia più importante?
E questo ha fatto Gesù, prima di salire al cielo. Ha parlato ai suoi discepoli, a coloro che chiamò amici (cfr. Giovanni 15,15), a chi più amava: “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (v. 15). “Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio” (v. 19).
Sono parole cariche di urgenza. Parole che contengono una consegna, fatta a tutti noi, che ha lo stesso sapore dell’altra consegna fatta alla madre Maria ed a San Giovanni evangelista, nel momento della morte in croce: “Gesù allora, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quel momento il discepolo l’accolse in casa sua”. (Giovanni 18, 26-27). Dalla sua Croce, nella persona di Giovanni, Gesù affidò la Vergine Maria all’umanità. E contemporaneamente l’umanità alla Vergine Maria. Un ponte d’amore, di attenzioni, di materna protezione, di filiale custodia, un’alleanza tra Dio e l’uomo.
Le ultime parole dalla Croce, prima di morire. Le ultime parole dal mondo, prima di salire al cielo. Due momenti unici nella storia dell’uomo. Due istanti irripetibili nel rapporto dell’uomo con Dio. Allora, amici cari, non possiamo ignorare la richiesta urgente che Gesù ci ha rivolto prima di lasciarci: andare in tutto il mondo e proclamare il Vangelo.
Ma proclamare il Vangelo significa non solo farlo a parole, perché in questo caso saremmo un po’… farisei, ma soprattutto dimostrare, con i fatti, con il nostro atteggiamento, il nostro modo di vivere, il nostro modo di rapportarci con gli altri, il nostro modo di affrontare le varie situazioni che si presenteranno nella nostra vita, che esiste l’alternativa cristiana. Sul lavoro dobbiamo essere coerenti con le nostre idee, tra gli amici, a scuola, ovunque e in qualsiasi situazione possiamo e dobbiamo mostrare che… le cose si possono fare in un altro modo. Che non ci dobbiamo rassegnare alla corruzione, all’ingiustizia. Non dobbiamo voltarci dall’altra parte quando vediamo qualcuno in difficoltà. Non dobbiamo vivere senza Gesù!
Perché, anche se è salito al cielo, Lui è sempre qui accanto a noi. Per sostenerci, per aiutarci, per perdonarci, per guidarci. Sì, Gesù sarà con noi “tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Matteo 28,20).
#Santanotte amici, sia che preghiamo, o lavoriamo, o studiamo, qualsiasi cosa facciamo, facciamola con Gesù nel cuore. E tutto, attorno a noi, assumerà un’altra luce. E tutto assumerà un altro sapore. Perché noi siamo la luce ed il sale di questa terra! 🙂 🙂 🙂
Alessandro Ginotta
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