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Quel seme di bene che è nascosto in te

Quel seme di bene che è nascosto in te

Dio pone dentro ciascuno di noi un seme di bene. Un seme che conserviamo nella parte più recondita della nostra anima. Sta a noi farlo germogliare.

Il mio in(solito) commento a:
Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose? (Lc 9,7-9)

“E cercava di vederlo” (v. 9). Quante volte ti ho parlato del potere straordinario del Vangelo? Anche la frase più semplice può sprigionare un vortice di emozioni e riflessioni. Leggendo il brano di oggi, queste parole finali mi hanno colpito: “E cercava di vederlo”. Erode Antipa, l’uomo che aveva fatto decapitare Giovanni Battista, si ritrova a cercare proprio Gesù.

Proprio lui, macchiato dei peggiori peccati, cerca il Messia. Prima di lui, suo padre, Erode il Grande, aveva tentato di trovare e uccidere Gesù con la strage degli innocenti. Ma il desiderio di Erode Antipa non è quello di un assassino, sembra piuttosto una curiosità morbosa, il bisogno di confrontarsi con l’ignoto, con il divino.

Ed è qui che mi sono fermato a riflettere: anche nei cuori più lontani, perfino in quelli che si dicono atei o agnostici, esiste un impulso che ci spinge a cercare Dio. Ricordo sempre San Disma, il buon ladrone: dopo una vita di errori, sulla croce accanto a Gesù, lo riconosce e si converte. In quel momento, il suo cuore si apre, e bastano pochi istanti d’amore per annullare i peccati più neri e avvicinarlo a Cristo. Diventa il primo santo, canonizzato da Gesù stesso: “Oggi sarai con me in Paradiso” (Lc 23,43).

La differenza tra San Disma ed Erode Antipa? Disma si è lasciato guidare dall’amore. Erode no. Sentiva il bisogno di cercare Gesù, ma non riusciva ad accoglierlo, a lasciarsi amare da Lui.

Lo stesso si può dire tra San Pietro e Giuda. Entrambi tradirono Gesù. Ma Pietro, dopo il tradimento, si lasciò amare e perdonare: “Simone, mi vuoi bene?”. “Signore, tu sai che ti voglio bene” (Gv 21,17). Giuda, invece, non solo non ha saputo amare, ma non ha perdonato neanche se stesso, condannandosi alla disperazione.

Allora mi sono detto: Dio ha posto dentro di noi un seme di bene. Starà a noi farlo germogliare o soffocarlo. Chi sceglie di coltivarlo darà frutti d’amore; chi lo ignora, non solo vivrà nel male, ma finirà per condannarsi da solo.

Non chiudiamoci all’amore. Lasciamo che la rugiada di Dio irrori il nostro cuore.

#Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Lasciate che i piccoli vengano a me” di Melchior Paul Von Deschwanden, 1871, olio su tela, 102 x 113 cm, Hargesheimer Kunstauktionen, Germania

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