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Quella volta che… l’Arca separò le acque!

Quella volta che... l'Arca separò le acque! - Sorprendersi con Dio - Alessandro Ginotta

Eh sì, a Dio piace “giocare” con l’acqua! Dal Mar Rosso al Lago di Tiberiade (senza dimenticare il Diluvio universale) sono molti gli episodi in cui si serve dell’acqua per manifestare la sua potenza. Così, con la semplicità con cui noi schioccheremmo le dita, altera le leggi fisiche che conosciamo, trasformando la tensione superficiale dei fluidi e facendosi beffe del principio di Archimede…

Il più noto di questi miracoli è certamente l’attraversamento del Mar Rosso, ma oggi noi assisteremo ad un altro episodio: ci troviamo sulle rive del Giordano, a parlare è Giosuè, successore di Mosè: «Da ciò saprete che il Dio vivente è in mezzo a voi e che, certo, scaccerà dinanzi a voi i vostri nemici. Ecco l’Arca dell’Alleanza del Signore di tutta la terra passa dinanzi a voi nel Giordano […] Quando le piante dei piedi dei sacerdoti che portano l’arca di Dio, Signore di tutta la terra, si poseranno nel letto del fiume, le acque del Giordano si apriranno» (cfr. Giosuè 3,10-12). Così fu: “Appena i portatori dell’arca furono arrivati al Giordano e i loro piedi si immersero – il fiume, infatti, durante i giorni della mietitura è gonfio fin sopra le sponde – si fermarono le acque che fluivano dall’alto e stettero come un solo argine a grande distanza. I sacerdoti che portavano l’Arca dell’Alleanza del Signore rimasero immobili in mezzo al fiume in secca, mentre tutto Israele passava all’asciutto, finché tutta la gente non ebbe finito di attraversare il Giordano” (cfr. Giosuè 3,15-17).

Ma, se l’Arca fu capace di arrestare le acque di un fiume in piena, si rese anche protagonista di un altro evento eclatante: provocò il crollo delle mura di Gerico. Per sette giorni fu condotta a girare attorno alla città, il settimo giorno, come Dio ordinò a Giosuè, fecero fare sette giri all’Arca. Poi: “Al segnale delle trombe e al tremendo urlo del popolo le mura di Gerico crollarono su sé stesse. I soldati trovarono la strada aperta davanti a loro. Entrarono nella città e la conquistarono” (Giosuè 6,20). E così, l’Arca, questo oggetto costruito con mani d’uomo seguendo il volere di Dio, permetteva non solo di parlare con Lui, ma anche di operare straordinari miracoli. Sorprendente vero?

Trafugata, restituita, di nuovo razziata, nel corso dei secoli si persero le tracce dell’Arca. Ma forse… non è perduta come tanti temono. Si narra, infatti, che sia custodita in un santuario inaccessibile in Etiopia. Ma questa è un’altra storia e ce ne occuperemo nel prossimo numero del Corriere della Valle. Non perderlo, perché ci sarà da… sorprendersi con Dio!

Alessandro Ginotta

L’articolo è uscito su “Il Corriere della Valle” n. 22 del 2 giugno 2022

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