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Quelle pecore tanto amate

Quelle pecore tanto amate

Perché Dio ci ama anche quando sbagliamo. Anzi, ti posso dire con certezza che Dio ci ama ancora di più quando commettiamo qualche errore!

Il mio in(solito) commento a:
Erano come pecore che non hanno pastore (Marco 6,30-34)


Dio ama le sue pecore. Soprattutto quelle disperse, che vagano senza pastore. Perché ci ama? La risposta a questa domanda è molto facile (da dare) e non così semplice (da comprendere): Dio ci ama per il solo fatto che esistiamo. Egli ci ama incondizionatamente, perché siamo sue creature. Il suo amore non dipende dalla nostra bontà, ma è il suo amore che ci rende buoni. Se hai già scoperto questo amore, Gesù ti esorta a rimanervi, a dimorare in esso.

Lo senti l’amore di Dio che scende come un balsamo a sanare le tue ferite? Qualcuno potrebbe non sentirlo, almeno non in ogni momento. Attenzione però: in questi casi non è Dio che, per qualche ragione ignota, decide di punto in bianco di non amarci più. Certo che no! Dio riversa sempre, instancabilmente, su di noi straripanti fiumi d’amore, perché l’amore, come ci insegna san Giovanni evangelista, è l’essenza stessa di Dio: “Dio è amore” (1Gv 4,7-12). 

Allora perché non sempre ti senti toccare dal suo amore? Proprio perché, in quei momenti, il tuo cuore è chiuso. Ti capita di camminare con la testa bassa, immerso nei tuoi pensieri, senza neppure vedere tutta la bellezza che ti scorre attorno solo perché stai pensando alle tue difficoltà, senza ascoltare nulla e nessuno? In quei momenti anche la tua anima non riesce ad alzare il capo e guardare verso lo splendore di Dio.  

Sant’Ignazio di Loyola descrive questa sensazione come “desolazione”. Uno stato particolare in cui ti puoi sentire spento, triste, demotivato, senza desideri, distante da tutti e da ogni cosa… Potresti pensare che perfino Dio si sia allontanato da te, invece no! Dio non smette mai, neppure un istante, di amarti in modo viscerale e illimitato. Sant’Ignazio ci spiega che le cause della desolazione sono tre: il male commesso da noiil male fatto a noi, e il male che esce da noi e dagli altri. Tre condizioni che ci allontanano da Dio (e non allontanano Dio da noi!). Perché Dio ci ama anche quando sbagliamo. Anzi, ti posso dire con certezza che Dio ci ama ancora di più quando commettiamo qualche errore: “Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione” (Luca 15,7).

Ricordi la parabola del padre buono? “Ma il padre disse ai suoi servi: Portate qui la veste più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e dei sandali ai piedi. Portate fuori il vitello ingrassato e ammazzatelo; mangiamo e rallegriamoci, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E si misero a fare grande festa” (Luca 15,22-24). Dio ti vuole aiutare. Vuole guarirti da ogni male.

Allora che cosa puoi fare per uscire dalla desolazione e tornare a percepire l’amore di Dio? Se, scavando nella coscienza, ti renderai conto di aver commesso qualche errore (male fatto da noi) tutto quello che dovrai fare è cercare il suo perdono. Ed anche se scoprirai che, pur non avendo compiuto in sé cattive azioni, il male è uscito comunque da te (magari perché non hai potuto perdonare un torto che qualcuno ti ha fatto) tutto quello che dovrai fare è chiedere aiuto a Dio perché ti aiuti a perdonare. In entrambi questi casi scoprirai subito il calore dell’abbraccio di Dio che ti consola ed uscirai immediatamente dalla desolazione. Ma che succede se la causa della desolazione non dipende proprio da te? Se stai soltanto subendo il male commesso dagli altri? In questo caso dovrai smettere di accusare Dio di non volerti bene. E ben presto sperimenterai di nuovo il balsamo del suo amore. Qualsiasi sia la causa del tuo dolore, la soluzione è sempre la stessa: accogliere l’amore che viene da Dio.

Sì, perché Dio è sempre qui, accanto a te. È qui ed attende che il tuo sguardo si rialzi ad incrociare il suo. È qui ed aspetta che tu ti accorga di nuovo di Lui. Che ti renda conto di quanto ti ama. Di quanto tu sia importante per Lui. Dio ti ama così tanto che non ha esitato a rinunciare alle comodità dei cieli per incarnarsi e scendere sulla terra e condividere con noi tutte le difficoltà, la povertà, la fame, il freddo, i pericoli, la cattura, la morte. Perché “non c’è amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (cfr. Gv 15,13). 

Ecco Gesù, che si commuove davanti a noi, e osserva: “erano come pecore senza pastore”. Dio ti ama, questa deve essere la salda certezza che ti accompagnerà nel cammino della vita. #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Gesù buon pastore”, di Jean-Baptiste de Champaigne, 1650, olio su tela, 154 x 95 cm, Museo Nazionale di Port-Royal des Champs

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