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Ritrovata la casa di Maria ad Efeso, grazie alle visioni della Emmerick

La Casa di Maria a Efeso: Una Scoperta Tra Fede e Mistero

Sorpresa: lo sapevi che la Vergine Maria visse a Efeso, nell’attuale Turchia? Grazie alle visioni della mistica tedesca Anna Katharina Emmerick, è emerso che, tra i boschi ai margini della città, c’era una semplice casa di pietra dove Maria abitò dopo la morte di Gesù. Questa casetta rettangolare, con il tetto piatto e un focolare centrale, fu scoperta dal sacerdote francese Don Julien Gouyet. Seguendo le descrizioni dettagliate di Katharina, Gouyet trovò i resti dell’edificio a nove chilometri a sud di Efeso, sul monte Solmisso.

Alla fine dell’Ottocento, il libro “La vita della Vergine secondo le rivelazioni della religiosa tedesca Anna Katharina Emmerick”, scritto da Clemens Maria Brentano, portò alla luce queste straordinarie visioni. Pur non avendo mai visitato quei luoghi, Emmerick descrisse con precisione la posizione della casa di Maria, permettendo a due spedizioni scientifiche, nel 1891, di ritrovare le rovine proprio dove lei aveva indicato.

Molti elementi sostengono l’idea che questa fosse davvero l’ultima dimora di Maria. Il Vangelo di San Giovanni racconta che Gesù, morente, affidò sua madre a Giovanni dicendo: “Ecco tua madre”. Dopo la morte di Cristo, le persecuzioni a Gerusalemme spinsero gli apostoli a diffondersi nel mondo, e Giovanni portò Maria con sé in Asia Minore. Anche la tradizione orale degli abitanti ortodossi del villaggio di Kirkince, discendenti dei primi cristiani di Efeso, supporta questa teoria: ogni anno celebravano la festa della dormizione di Maria con un pellegrinaggio. Inoltre, il Concilio Ecumenico del 431, tenutosi nella prima chiesa dedicata a Maria, conferma questa credenza. I Padri del Concilio, parlando di Nestorio, menzionarono: “Arrivato ad Efeso laddove il teologo Giovanni e la Vergine Santa Maria, madre di Dio…”, attestando così la presenza di Giovanni e Maria a Efeso. Anche Gregorio di Tours (538-597) parlò di una “venerabile cappella” situata su una montagna vicino a Efeso: “In cima a una montagna vicino a Efeso, ci sono quattro mura senza tetto. Giovanni abitò all’interno di quelle mura” (Liber Miraculorum I, 30).

E c’è di più: tre Papi hanno pregato in questa casa. San Paolo VI nel 1967, San Giovanni Paolo II nel 1979 e Benedetto XVI nel 2006.

Anna Katharina Emmerick era una mistica che affermava di ricevere visioni dettagliate su eventi e luoghi lontani nel tempo e nello spazio. Queste visioni includevano descrizioni precise della vita di Gesù e della Vergine Maria. Collegare queste visioni alla fisica quantistica può sembrare un’impresa audace, ma nel prossimo numero di Sorprendersi con Dio esploreremo alcune analogie e concetti che potrebbero offrire una spiegazione affascinante.

A. Katharina Emmerick e le visioni sorprendenti

Nel numero precedente di “Sorprendersi con Dio”, ti ho raccontato come, grazie alle visioni di una mistica tedesca, la beata Anna Katharina Emmerick, gli archeologi abbiano scoperto l’antica dimora della Vergine Maria e Giovanni Evangelista a Efeso, in Turchia. La precisione delle descrizioni di Anna Katharina è stata sbalorditiva.

Anna Katharina Emmerick (1774-1824), debilitata da una lunga malattia, ricevette anche le stigmate, un fenomeno che la Chiesa confermò come autentico. Il Dr. Franz Wesener, un giovane medico, fu chiamato a visitarla. L’incontro lo colpì talmente che divenne il suo fedele amico e aiutante per undici anni. Wesener tenne un diario dettagliato dei suoi incontri con Anna Katharina, annotando molte delle sue visioni, ricche di particolari non presenti nei Vangeli. Questi dettagli furono così impressionanti che Mel Gibson si ispirò ai suoi diari per il film “La Passione di Cristo”.

Alcuni racconti sono estremamente sorprendenti per la loro precisione ed il loro livello di dettaglio, talvolta comprovati da fonti storiche indipendenti. La mistica tedesca fece anche numerose rivelazioni su Sant’Orsola, racconti che in buona parte coincidevano con le fonti medievali più attendibili sul conto della principessa martire.

La Emmerick affermava che, se si fosse recata in un cimitero, di fronte alle tombe avrebbe percepito luce o tenebre a seconda che l’anima di quel defunto si trovasse in Paradiso o all’Inferno: davanti ad alcune tombe diceva di provare gioia e percepire una forte luce, di fronte ad altre invece provava forte tristezza e sgomento per il nero che esse emanavano.

Come si possono spiegare tali visioni? Come è possibile che un veggente (ricordiamo anche il caso di Giovanni Ravacchio, il cieco di Briançon, che nel 1104 con una sua visione fece ritrovare il dipinto della Madonna Consolata) possa dare indicazioni tanto precise da permettere agli archeologi di ritrovare manufatti o edifici perduti anche secoli prima?

Ti darò tre indizi che svilupperemo nel prossimo episodio di Sorprendersi con Dio. Più volte ti ho parlato delle onde elettromagnetiche prodotte dal cervello, le stesse che vengono registrate durante un elettroencefalogramma. Guglielmo Marconi (1874-1937) fu il primo a utilizzare le onde elettromagnetiche per trasmettere informazioni a lunghe distanze. Un’affascinante teoria definita “anima quantistica” sostiene che le esperienze memorizzate nei nostri neuroni, al momento della morte, non vadano dispersi, ma si trasformino in una forma di energia libera di fluttuare nell’universo. Ti ho sorpreso anche questa volta?

Alessandro Ginotta

Gli articoli sono stati pubblicati sui numeri 25 (a pag. 31) e 26 (a pag. 24) de Il Corriere Della Valle, Settimanale della Diocesi di Aosta

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