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San Vincenzo De Paoli: la relazione? Avvicina al povero e a Dio!

San Vincenzo De Paoli: la relazione? Avvicina al povero e a Dio!

La relazione con Dio, con i confratelli, con i poveri, ed anche con i detenuti. Questi i temi dell’Assemblea Interregionale della Società di San Vincenzo De Paoli che, come ogni anno, si è svolta nella accogliente cornice di Villa Lascaris, a Pianezza (Torino).

Dopo l’introduzione del Coordinatore Regionale Marco Guercio, il primo intervento è stato quello di Padre Gherardo Armani CM, consigliere spirituale dei giovani della Società di San Vincenzo De Paoli.

Dio ci chiama dall’interno del povero

Meditando sulle figure del Beato Federico Ozanam e di San Vincenzo De Paoli, Padre Gerry ci ha guidati alla ricerca di Dio, che: “Non sta nei Tabernacoli, non sta nei cieli, non sta nelle chiese o nelle istituzioni”, ma dentro all’uomo,  anche nel più piccolo. E’ il povero il luogo teologico dove il Signore si manifesta: “Dio ci chiama ad incontrarci con la carne di chi sta male” e “dall’interno del povero” ci invita a fare un’esperienza d’amore.

Ecco che, per scorgere Dio, diventa fondamentale: “avere occhi per vedere nel povero l’invisibile”. Visitando il bisognoso occorre “entrare in compagnia con lui, in empatia, costruire una relazione con lui”, perchè: “quello che devi portare ai poveri non è il tuo denaro, ma te stesso”.

Non perdere la capacità profetica

Il Presidente dell’ACC di Torino, Giovanni Bersano, ha costruito un interessante parallelo tra la perdita della “capacità profetica” e le difficoltà di relazione nel volontariato. Ripercorrendo la storia dall’Antico Testamento al Medioevo ha sottolineato come la profezia, entrando nelle “stanze del potere” si sia corrotta ed, in seguito a questo, il profeta abbia smarrito la sua stessa capacità.

Nel settore del volontariato si vedono talvolta i consigli direttivi ed in generale gli organi statutari “lontani” dall’operatività quotidiana. Quando questo accade si sviluppa malumore ed un certo disimpegno.  Ecco perchè è importante coltivare il dialogo e curare la relazione a tutti i livelli e tra tutti i componenti delle associazioni.

Non farsi vedere ma lasciarsi vedere

A farci riflettere sulle parole del Beato Federico Ozanam è stato Antonio Gianfico, Presidente Nazionale della Società di San Vincenzo De Paoli: “Non farsi vedere ma lasciarsi vedere” significa “non vantarsi di quello che faccio”, ma “essere un esempio per quello che faccio”. Ecco che la relazione verso l’esterno diventa importante: “per essere d’esempio è importante che io mi lasci vedere”.

Occorre allora costruire tutta una serie di occasioni affinchè le Conferenze di San Vincenzo De Paoli possano essere viste: “non tanto per raccontare in modo semplice ciò che andiamo a fare, ma per mettere in risalto il valore di quello che facciamo”. Educare alla carità, al rispetto dei bisognosi, degli ultimi, è un dovere per il Vincenziano che non può non usare la comunicazione come strumento per trasmettere i propri valori ad una società che proprio di valori si è impoverita.

Povertà fra le povertà, il carcere rappresenta per i Vincenziani un impegno di carità tra i più difficili e coinvolgenti. Il detenuto non necessita soltanto di aiuti materiali, ma anche di attenzione umana, di amicizia, di aiuto a redimersi, a ritrovare se stesso e un giusto ruolo nella società.

In quest’ottica la Società di San Vincenzo De Paoli ha promosso la nona edizione del Premio “Carlo Castelli”, il concorso letterario riservato ai detenuti delle carceri italiane, la cui cerimonia conclusiva si è svolta venerdì 7 ottobre nella Casa di Reclusione di Augusta. “Non è stata soltanto la solita premiazione di un bando di concorso – ha dichiarato il Presidente Antonio Gianfico – ma l’occasione per dare voce ai detenuti su un argomento tanto significativo come il perdono”.

Ero carcerato e siete venuti a visitarmi

L’argomento è stato ripreso anche da Giorgio Borge, delegato carceri dell’Interregionale Piemonte e Valle d’Aosta: “Non è facile andare ad aiutare delle persone che sai benissimo che hanno commesso cose che non andavano fatte”. “Però – ha aggiunto Borge – a motivarci c’è quella bellissima pagina di Vangelo che dice: ero in carcere e siete venuti a trovarmi” (cfr. Mt 25,36). Così come la Società di San Vincenzo De Paoli è stata la prima ad introdurre le visite al domicilio dei poveri, furono Vincenziani anche i primi volontari che iniziarono a frequentare il carcere ancora prima della riforma dell’Ordinamento penitenziario del 1975. Una relazione volta al sostegno morale e materiale dei fratelli più sfortunati.

Perchè non passi accanto a nessuno con il volto indifferente

Molto coinvolgente è stato anche l’intervento di Giuseppe Milanesi, già presidente del Consiglio Centrale di Brescia nonchè presidente dell’Associazione Dormitorio, che si occupa dell’accoglienza di persone senza fissa dimora. Riprendendo i passi della preghiera del Vincenziano, Milanesi ha sottolineato l’importanza di non passare accanto a nessuno con il volto indifferente, con il cuore chiuso, con il passo affrettato: “fermarsi e farsi prossimo, perchè il prossimo è vicino. Se tu usi il nome proprio con gli ospiti del dormitorio, l’effetto è particolare: nel momento in cui li chiami Marco, Luigi o Mohamed, non riesci più a pensare così facilmente di reimbarcarli… non riesci più a sperare che se ne vadano lontano dalla tua strada dalla tua storia, dalla tua società”.

Ecco un altro bell’esempio di relazione che avvicina al prossimo e, per riprendere le parole di Padre Gerry, avvicina a Dio.

Il database Ozanam 2.0

Nel corso dell’Assemblea Massimiliano Orlandi ha presentato il database Ozanam 2.0, uno strumento che si rivelerà molto utile per raccogliere non solo le anagrafiche degli assistiti, ma anche le prestazioni erogate, per mappare le condizioni di difficoltà e dunque un mezzo per proporre soluzioni personalizzate che vadano veramente incontro alle esigenze del singolo come di intere comunità.

Sono 6284 gli assistiti fino ad ora censiti nel database, 2.161 sono nella fascia di età compresa tra i 35 ed i 65 anni, 893 tra i 18 ed i 35 e 1.355 sono i minori.  Ad inserimento terminato potremo disporre di statistiche estremamente precise che terranno conto anche di occupazione, istruzione, stato di salute, cittadinanza, religione e molti altri dati utili. Un valido strumento che permetterà, tra le altre cose, di automatizzare buona parte del lavoro necessario per predisporre i rendiconti periodici.

San Vincenzo De Paoli: la relazione? Avvicina al povero e a Dio!
Giovani e comunicazione

L’Assemblea è stata anche l’occasione per fare conoscere la referente dei Giovani, Federica Gisonno ed Alessandro Ginotta, che curerà l’Ufficio Stampa e le relazioni con i media.

I progetti premiati

Infine Emanuela Orlandi ha presentato i progetti premiati nell’anno: il coinvolgimento dei giovani nelle scuole di Alessandria; il corso di formazione per presidenti e tesorieri che si svolgerà a Torino; la partecipazione ai tavoli di concertazione del comune, un bando emergenza povertà di 20.000€ e la creazione del bilancio sociale per la sede di Cuneo, ma anche la partecipazione alla Fiera del Volontariato, la costituzione di una nuova Conferenza a Fossano, nonchè l’inserimento di una persona in servizio alternativo ad una pena detentiva. Progetti interessanti per migliorarsi e migliorare la relazione tra le Conferenze e con gli assistiti.

Alessandro Ginotta

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