Gesù non ha mezze misure, e quando si tratta di scribi e farisei, non usa certo parole delicate. Questa volta è davvero arrabbiato, e ti chiedi perché? Scoprilo nel mio (in)solito commento a: Siete figli di chi uccise i profeti (Matteo 23,27-32).
L’ira del Maestro: “Il Signore è lento all’ira e grande nell’amore” (Numeri 14,18), lo sappiamo bene. Ci siamo abituati a vedere un Dio pronto a perdonare, ma oggi è diverso: Gesù è furioso. E chi ha scatenato la sua collera? Ancora una volta, scribi e farisei. Questi uomini, colti, potenti, autorità morali e religiose, erano i custodi delle Scritture. Erano rispettati, temuti, e avevano il potere di interpretare e trascrivere la parola di Dio. Ma il loro atteggiamento rigido e la loro ossessiva difesa delle tradizioni avevano trasformato la legge in una gabbia, anziché una via di libertà.
Predicare la legge, dimenticare l’amore: gli scribi e i farisei avevano creato un sistema fatto di regole intransigenti che spesso danneggiavano il popolo. Ti sembrano giusti dei precetti che impediscono di guarire i malati di sabato o di raccogliere grano per placare la fame? Regole che dichiarano le persone impure per dettagli insignificanti? Gesù non ci sta. La sua Legge è quella dell’amore, e vede con rabbia come gli uomini piegano le Scritture ai propri fini. “Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini” (Mt 15,9). In altre parole, stanno manipolando Dio stesso!
Ipocrisia e tradimento: i farisei si vantavano di essere vicini a Dio, eppure ignoravano l’essenza del suo messaggio: l’amore. Si nascondevano dietro la facciata della purezza, predicando una religione vuota, priva di misericordia, di carità, di umanità. Gesù li smaschera: non stanno servendo Dio, ma tradendo la sua volontà. Non è questa la Legge divina, ma un legalismo che distrugge e separa.
La libertà, crocifissa dalla Legge: proprio coloro che dovrebbero comprendere l’amore di Dio sono i primi a pervertirlo. Sono loro che metteranno in croce Gesù, il Dio fatto uomo, per difendere una legge distorta, a beneficio di pochi e a scapito dei più deboli. Ecco perché li chiama “ipocriti”, perché sotto la maschera della religione si nasconde l’ingiustizia più crudele.
Farisei moderni? Sì, purtroppo. Pensiamo di essere lontani da quel tempo, ma la verità è che anche oggi ci sono farisei tra noi. Persone che, sentendosi superiori, vogliono dettare a Dio come dovrebbe comportarsi, giudicano chiunque, imponendo regole che soffocano, anziché liberare. Ma Gesù non è venuto per loro. Lui è venuto per gli ultimi, per chi è oppresso, per chi cammina a testa bassa sotto il peso delle ingiustizie.
La vera rivoluzione cristiana: il cristiano non ha bisogno di un codice infinito di regole. Ha bisogno di Cristo. Di un amore che abbraccia tutto, che libera, che perdona. Gesù risponde alla morte con la vita, al peccato con il perdono, alla disperazione con la speranza. Non è un Dio che opprime, ma che solleva, che spezza le catene dell’orgoglio umano per restituirci alla nostra vera natura: figli amati, liberi, umili. È il pastore che non abbandona mai la sua pecora, neanche nel deserto #Santanotte
Alessandro Ginotta
Sostieni labuonaparola.it
Se ti piace questo blog sostienilo. La tua donazione mi aiuterà a continuare a creare contenuti di qualità.
Ogni contributo, grande o piccolo, fa la differenza. Grazie per il tuo sostegno!
Vuoi ricevere i commenti di La buona Parola nella tua e-mail?
Iscriviti alla newsletter: è gratis e potrai cancellarti in ogni momento!