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Servi inutili

Servi inutili

Servi inutili. Due parole che sembrano fuori dal tempo, quasi incomprensibili. Scopri il loro autentico significato nel mio in(solito) commento al Vangelo:

Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare (Lc 17,7-10)

Servi. Oggi, in un mondo dove tutti puntano a primeggiare, a mostrarsi padroni di sé stessi, chi si definirebbe mai “servo”? E inutile? Con tutto l’ego che ci carica di autoreferenzialità, i “mi piace” che piovono anche sulle sciocchezze, cosa mai potrebbe significare essere “inutile”?

Viviamo in un’epoca infetta da un virus pericoloso: il narcisismo. È il male di chi non sa vedere oltre la propria immagine e non riconosce il volto di Dio negli altri – specialmente nei più deboli e bisognosi. Ci scordiamo facilmente che Gesù ci ha insegnato a servire, non a farci servire. Il mondo di oggi ci spinge alla logica dell’apparire, a vivere “in vetrina,” tronfi di una superiorità costruita, compiaciuti di noi stessi. Procediamo fieri, gonfi di orgoglio. E, in questa sete di apparire, il rischio è di perdere di vista perfino la nostra anima.

Eppure, accostate insieme, servo inutile ci riporta all’essenza del buon cristiano. Ma cosa vuol dire, davvero, essere un “servo inutile”?

Essere servi inutili non significa non servire a nulla; significa non cercare il proprio tornaconto, non pretendere nulla in cambio. Gesù stesso si è definito servo. Inutili, come Lui, perché la vera forza non è nelle nostre mani: è nelle mani di Dio. Come il seme non germoglia grazie al seminatore, ma al Signore. Così il servo inutile compie ogni gesto per amore, non per un ritorno personale, ma per il bene di altri.

Servo inutile è chi si mette al servizio, chi aiuta senza chiedere nulla in cambio, chi agisce per un bene più grande, che fa stare meglio tutti, anche se non porta vantaggi diretti. Inutile, non per mancanza di valore, ma perché non insegue l’utile per sé.

Quanta umiltà serve, oggi, per riconoscere i propri limiti? Quanto amore, per accantonare l’ego e lasciare spazio all’altro? Siamo capaci, oggi, di essere un po’ più inutili per amore?

#Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo porta la croce”, di Tiziano Vecellio, 1565, olio su tela, 67 x 77 cm, Museo del Prado, Madrid

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