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Smarrirsi per ritrovarli

Smarrirsi per ritrovarli

Famiglia. Ti parlo da papà, in una di quelle sere che sanno di magia. È tardi, e Rita – neppure due anni – si stringe ora tra le braccia della mamma, ora tra le mie. Un attimo accoccolata tra noi sul divano, il successivo scivola giù, tocca terra con i suoi piedini e si dirige verso il frigorifero. Lo apre con una decisione disarmante, scruta l’interno, sceglie una barretta di cioccolata fondente, la scarta, getta l’involucro nel bidone della raccolta differenziata, e poi, con l’aria di chi sa il fatto suo, si siede sul tappeto. Divarica le gambe, prende un morso, e sorride al mondo.

Il mio decisamente in(solito) commento a:
Gesù è ritrovato dai genitori nel tempio in mezzo ai maestri (Luca 2,41-52)

Rita è così: un concentrato di tenerezza e determinazione. Si rifugia nelle nostre coccole, ma vuole già decidere per sé. È incredibile pensare a quanta forza di carattere possa avere una bimba così piccola. E io? A quell’età non ero nemmeno lontanamente così. La libertà e l’indipendenza che lei dimostra oggi, credo di averle sfiorate solo intorno ai sei anni.

Osservandola, il cuore si riempie di tutto. Amore, gioia pura, e sì, anche un pizzico di apprensione. Cresce così in fretta. Ogni gesto, ogni passo, sembra un soffio verso il domani. E mi ritrovo a pensare a Maria e Giuseppe. Come avranno reagito quando si accorsero che Gesù non era più con loro? Quel senso di vuoto, la responsabilità che pesa come un macigno, la paura che divora. Immagino la loro ricerca affannata, le mille domande tra parenti e conoscenti. E poi, finalmente, lo trovano. Lì, nel tempio, seduto tra i maestri, sicuro e capace di tener testa a uomini molto più grandi di lui.

Dev’essere stato uno di quei momenti in cui tutto cambia. Da una parte il sollievo, dall’altra la consapevolezza che il loro bambino stava crescendo, che qualcosa iniziava a sfuggire dal loro abbraccio. Un paradosso, vero? Il Salvatore, colui che è venuto per cercarci, inizia la sua missione smarrendosi. Per poi ritrovare ogni singola pecora, anche l’ultima, quella che si è persa più lontano.

Maria e Giuseppe, insieme a Gesù, hanno vissuto il miracolo dell’amore, quello che costruisce e unisce. Lo stesso amore che poi spingerà Maria, a Cana, a incoraggiare il Figlio a compiere il suo primo miracolo pubblico. Chissà quanti altri ne avrà realizzati nel silenzio, tra le mura di casa, nel nascondimento. Di una cosa però sono certo: ha vissuto il miracolo più grande di tutti. Quello dell’essere amato.

Buona Festa della Santa Famiglia! #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Ritorno di Gesù dal Tempio”, di Simone Martini, 1342, tempera all’uovo su legno, 49,6 x35,1 cm, Walker Art Gallery, Liverpool

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