+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9,1-8)
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Parola del Signore
Certo che il serpente è sempre in agguato! Striscia sulle spalle dei passanti, sibila commenti con la sua lingua biforcuta… ed ecco che iniziano a girare le chiacchiere peggiori. L’invidia, amici miei, è un male che colpisce i più deboli: chi è incapace di valorizzare se stesso… mosso dall’invidia cercherà di screditare gli altri.
Quanta invidia c’è nel mondo! Per invidia Caino assassinò Abele, il primo omicidio della storia dell’uomo (Genesi 4,3-8). Per invidia Esaù prese in odio Giacobbe (Genesi 27,42-43). Per invidia Giuseppe fu venduto dai suoi fratelli (Genesi 37,5-28). Per invidia il faraone ordinò la morte di tutti i bambini maschi nati dagli ebrei (Esodo 1,22)… è lungo e doloroso il filo dell’invidia che troviamo nella Bibbia.
Perfino la condanna a morte di Gesù fu, in fondo, causata dall’invidia: “Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che facciamo? Quest’uomo compie molti segni. Se lo lasciamo fare così, tutti crederanno in lui e verranno i Romani e distruggeranno il nostro luogo santo e la nostra nazione»” (Gv 11,47-48). Lo stesso Pilato “sapeva infatti che i sommi sacerdoti glielo avevano consegnato per invidia” (Mc 15,10).
Ed io sono persuaso che se riavvolgessimo la matassa della nostra vita, qualche nodo di invidia lo troveremmo anche in ciascuno di noi… e… tutti sappiamo di chi sono gli artigli che hanno annodato questi inciampi sulla corda…
Ma torniamo al passo di oggi: “Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire «Ti sono perdonati i peccati», oppure dire «Àlzati e cammina»?” (v. 4-5). Al tempo di Gesù gli ebrei erano convinti che fosse il peccato a generare la malattia. L’ammalato, una volta guarito, doveva presentarsi al sacerdote con un’offerta per essere dichiarato di nuovo puro: “Va’, presentati al sacerdote, e offri per la tua purificazione quello che Mosè ha ordinato, a testimonianza per loro” (Mc 1,44).
Se Gesù va in giro a compiere miracoli… ed a guarire la gente… poveri sacerdoti… rischiano di perdere anche la loro fonte di guadagno. Eccola l’invidia. La vedete di nuovo?
Dunque gli ebrei vedevano un forte legame causa-effetto tra peccato e malattia: l’infermità era considerata come una sorta di punizione divina. Lo vediamo bene scorrendo il libro di Giobbe. Ovviamente non è così!
Non possiamo negare però che il peccato generi una certa inquietudine. Quando mentiamo, ad esempio, dobbiamo fare attenzione di coprire bene le nostre menzogne, dobbiamo restare sempre all’erta perchè non ci scappi nulla che ci possa tradire, e questo crea stress. Lo stress, sappiamo bene… può causare alcune malattie. Quindi, almeno fino ad un certo punto, c’è veramente un legame tra peccato e stato di salute.
Non è una punizione divina, oh no! Dio ci ama a tal punto da lasciarci liberi di scegliere il bene o il male. Siamo noi che, peccando, ci allontaniamo da Dio, ci allontaniamo dalla sua grazia ed iniziamo a sentirci inquieti. Dunque questo tipo di male, che è innegabile, siamo noi a causarcelo da soli, con le nostre mani… e non è un castigo di Dio. Ma c’è!
Gesù perdona i peccati del paralitico. E’ il male dell’anima a preoccupare Cristo, non la malattia del corpo. Tuttavia… la guarigione dell’anima non si vede dall’esterno… ed ecco che Gesù guarisce anche il corpo dell’ammalato.
Ma non è forse vero che il peccato ci paralizza un po’? Ci toglie la nostra stessa stima, ci fa sentire sporchi, inadeguati… il peccato paralizza anche l’amore: io compio un brutto gesto nei confronti di mio fratello, mio fratello si arrabbierà con me. Tra me e lui si blocca l’amore. Ma c’è una medicina: il perdono!
Oh! Se tutti scoprissimo che perdonare nostro fratello guarisce dalla paralisi dell’amore! Se tutti scoprissimo che uscendo dal confessionale, si guarisce dal male dell’anima e ci si sente meglio anche fisicamente: più sollevati, più sereni, più felici. Chi di voi, lettori, non ha mai provato questa bella sensazione dopo essersi riconciliato con Dio? Dopo una buona confessione ci si sente così leggeri che sembra di camminare a qualche centimetro da terra, non è così?
E allora… perchè stiamo lì in coda in farmacia (non me ne vogliano i farmacisti…) per acquistare analgesici ed antiacidi… quando la coda la dovremmo fare al confessionale?
Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Come mi comporto io quando mi rendo conto di avere peccato: rimando il più possibile la confessione, per paura o per vergogna, oppure corro a cercare il sacerdote più vicino per riconciliarmi subito con Dio? E come prevengo il male: perdono il mio fratello, oppure mi arrabbio con lui, quando ricevo un torto?
Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Proteggili sempre dal male e custodisci sane e forti le loro anime!
#Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂
Il dipinto di oggi è “Gesù guarisce il paralitico” del pittore fiammingo Anthony van Dyck, 1619, olio su tela, 120×148 cm., Collezione Reale del Castello di Windsor, Inghilterra.
Alessandro Ginotta
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