Dentro di noi c’è una nostalgia radicata, una fame di Dio che non si spegne mai davvero. Anche quando ci allontaniamo da Lui, per un po’ l’eco della Sua presenza rimane. Rinneghiamo Dio, ma è la Sua luce a tenere insieme i pezzi della nostra vita.
Il mio in(solito) commento a:
Questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita (Lc 15,1-3.11-32)
Tornare alla vita. Quante volte, nei momenti più bui, abbiamo desiderato avere questo potere? Eppure, sai una cosa? Possiamo davvero risorgere. Non nel senso fisico, certo, perché per quello dovremo attendere il giorno in cui Gesù ci aprirà le braccia. Ma possiamo sperimentare una risurrezione personale, proprio come il figliol prodigo di cui ci parla l’evangelista Luca.
Possiamo rialzarci dalle nostre cadute, lasciare il passato alle spalle e ricominciare. Possiamo cambiare vita. Possiamo convertirci. E tutto parte da una scintilla, una piccola luce che arde dentro di noi: il desiderio di cambiare, il coraggio di riconoscere i nostri errori. Ma attenzione: quella scintilla non nasce da noi, è un dono. È la fiammella che Dio stesso ha acceso nella nostra anima, quella stessa luce che ci rende simili a Lui.
Perché sì, dentro di noi – in ciascuno di noi – c’è sempre una fiammella di bontà e amore. Anche nell’anima più dura, anche dietro il muro più spesso di malvagità, odio o invidia, quella luce non si spegne mai. È la stessa fiamma che ha illuminato il cuore del buon ladrone sulla croce, San Disma. In un solo istante, in un solo guizzo di quella scintilla, si è salvato ed è stato il primo santo “canonizzato” da Gesù stesso.
E allora, non disperiamo mai! Non importa quanto grande sia la nostra colpa, quante volte siamo caduti, quante ferite ci portiamo dentro. Dio è qui. Vicino. Pronto ad accoglierci, pronto ad abbracciarci non appena faremo ritorno a Lui.
Perché siamo figli. E un Padre non smette mai di amare i suoi figli.
A volte, per paura o per mancanza di comprensione, ci allontaniamo da Dio. Altre volte è la tentazione a metterci di traverso. Ma vivere senza di Lui? È come vivere in bianco e nero. La vita senza Dio perde colore, perde sapore. È come camminare al buio: prima o poi, inciampi.
Dentro di noi c’è una nostalgia radicata, una fame di Dio che non si spegne mai davvero. Anche quando ci allontaniamo da Lui, per un po’ l’eco della Sua presenza rimane. Rinneghiamo Dio, ma è la Sua luce a tenere insieme i pezzi della nostra vita. Fino a quando non si spegne del tutto. E allora ci scontriamo con la realtà: la vita, senza di Lui, è un’infinita rincorsa di qualcosa che non sappiamo nemmeno identificare.
A quel punto, il cuore torna a cercare. Cerchiamo Gesù, quel Gesù che non ha nemmeno un posto dove posare il capo. Ecco la sete di infinito, ecco il bisogno di nutrirci del Pane Vivo che è Lui.
Allora, che aspetti? Cambia la tua vita, fallo adesso, non rimandare! Credi in un futuro diverso, con Dio al tuo fianco. E vedrai: la vita tornerà a sorriderti #Santanotte
Alessandro Ginotta

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