Tag: commento al Vangelo

  • Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità

    Lo Spirito della verità vi guiderà a tutta la verità

    + Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 16,12-15)

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

    Parola del Signore

    Gv 12,44-50

    Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso” (v. 12). Perchè? Perchè i discepoli non avevano ancora ricevuto lo Spirito Santo.

    Ricordate il racconto della Pentecoste? Gli Apostoli dopo la morte di Gesù erano terrorizzati, chiusi dentro al Cenacolo con le porte sbarrate per paura dei giudei.

    Venne all’improvviso un rombo dal cielo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì la casa dove si trovavano. Apparvero loro lingue come di fuoco che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro: ed essi furono tutti pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue come lo Spirito dava loro il potere di esprimersi” (At 2, 1-3).

    Lo Spirito Santo. Effusione illimitata dell’amore di Dio sugli uomini. Scende sugli Apostoli ed infonde in loro il coraggio. Un attimo prima erano barricati nel Cenacolo. Un attimo dopo si riversano in strada ed iniziano a profetare, a compiere prodigi, a proclamare il Vangelo, incuranti di quei giudei che prima tanto temevano.

    lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità” (v. 13). Anche noi abbiamo ricevuto lo Spirito Santo. Lo abbiamo ricevuto con il Battesimo e “riconfermato” con la Cresima. Lo Spirito Santo parla ad ognuno di noi e ci dice: “non avere paura, non tirarti indietro, non chiuderti in te stesso”. Ci sprona, ci spinge ad agire: “non rimanere indifferente, metti in gioco, tu, sì proprio tu puoi fare la differenza, puoi aiutare il mondo a diventare migliore“.

    Facciamo un passo in dietro: Ricordate la torre di Babele? Gli uomini, scampati al diluvio, disobbedirono al volere di Dio e decisero di non disperdersi in tutta la terra, ma di restare in Mesopotamia e costruire una torre altissima. Essendo i discendenti dei figli di Noè, parlavano tutti la stessa lingua. “Il Signore confuse la lingua di tutta la terra e di là il Signore li disperse su tutta la terra” (Gen 11,9).

    Si è chiuso un cerchio. Ora gli uomini hanno popolato tutta la terra. Lo Spirito Santo con il dono delle lingue permette agli Apostoli di farsi capire da tutti i popoli. E questo linguaggio, se vogliamo, lo possiamo comprendere anche noi. E’ la lingua dell’amore. E’ la lingua di Dio. Dio, che è amore, si è fatto uomo. Gesù. Il Figlio di Dio, tornando al Padre, non ci ha lasciati soli: “Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv. 14,26).

    No, Gesù non ci lascerà soli. Lo ha promesso: “Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt. 28,20). Non siamo soli. Donandoci lo Spirito, Gesù ci permette di partecipare del suo amore. Non è bellissimo questo?

    La domanda di oggi, cari amici è: Gesù non ci ha lasciati soli, ma noi, ascoltiamo la voce dello Spirito Santo? Mettiamo in pratica i suoi suggerimenti? O piuttosto cerchiamo di metterlo a tacere, lì, a doppia mandata nel Cenacolo del nostro cuore?

    Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco, fortificali con il dono del Tuo Spirito!

    #Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

    Il dipinto di oggi è:

    Il dipinto di oggi è: “La Pentecoste” del pittore italiano Tiziano Vecellio , olio su tela (570×260 cm), 1546 circa, Basilica di Santa Maria della Salute, Venezia.

    Alessandro Ginotta

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  • Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

    Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

    + Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,6-14)

    In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
    Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
    Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
    In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

    Parola del Signore

    Gv 12,44-50

    Il 3 maggio la Chiesa fa memoria di due dei dodici Apostoli: Filippo e Giacomo il Minore.

    Filippo, già discepolo di Giovanni il Battista, fu uno dei primi apostoli a seguire Gesù. Era originario di Betsaida, la stessa città sul lago di Tiberiade dove nacquero gli apostoli Pietro e Andrea.

    Giacomo, detto il Minore per distinguerlo dall’altro Giacomo, figlio di Zebedeo e fratello di Giovanni, era un cugino di Gesù.

    Eccolo Filippo, lo vediamo un po’ incerto e impacciato domandare: “Signore, mostraci il Padre e ci basta” (v. 8). E Gesù? Cosa risponde?Come puoi tu dire: – Mostraci il Padre? – Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?” (vv. 9,10). No, non è arrabbiato, e non è neppure sorpreso. Semplicemente Gesù coglie l’occasione della domanda posta da Filippo per ribadire quanto aveva esposto prima.

    E’ un po’ come se Gesù dicesse: “Guardami Filippo, ecco il Padre!”. “Sono io”. “Io sono“. Il Mistero della Santissima Trinità. Difficile da spiegare, ma semplice da contemplare. Guardiamolo: In alto, nei cieli, possiamo immaginare Lui, il Padre, Creatore dell’Universo. Ha le braccia aperte, vedete? Stringe tutti noi in un enorme abbraccio d’amore. Dio è amore. Un amore così grande ed immenso che non si può contenere. Straborda. Esce da sè. Arriva fino a noi e si incarna nel Figlio. Dio, che tanto ha amato le sue creature, si è fatto per amore come loro. Per stare con noi. Per vivere in mezzo a noi. Per soffrire, con noi e per noi. Per morire per tutti noi. Il suo amore ha preso forma e vita: Gesù. Il Salvatore. Il Cristo.

    Il Figlio e il Padre. Una cosa sola. Un ponte d’amore che unisce il cielo alla terra. Il ponte? Lo Spirito. Lo Spirito che è amore. L’amore che è il Padre diventato Figlio. L’amore è nel Figlio. Il Padre è nel Figlio. Tre Persone in una. La Santissima Trinità.

    E’ Lui che agisce. Il Padre opera i Miracoli attraverso il Figlio, che è l’amore di Dio incarnato. Che è la Parola di Dio incarnata:”Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere” (v. 10). E se avremo fiducia nel Figlio, conosceremo il Padre: “Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto” (v. 7). Se mi conoscete, conoscerete anche il Padre, anzi, già lo conoscete e lo avete veduto.

    Dunque amici, la domanda di oggi è: conosco il Padre? Mi fido di Gesù? Sono pronto ad affidare a Lui ogni mia preoccupazione? Sono pronto a riporre con fede nel Sacro Cuore di Gesù tutte le mie ansie, i miei dubbi, i miei perchè, sapendo che solo Lui è la Via, la Verità e la Vita?

    Solo Lui è la risposta ai nostri problemi! Con Lui tutto possiamo. Senza Dio non siamo nulla!

    Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco, custodiscile nel Tuo amore!

    #Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

    Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo?

    Il dipinto di oggi è: “La Trinità” di Lorenzo Lotto, olio su tela (170×115 cm), 1524 circa, Museo Adriano Bernareggi di Bergamo.

    Alessandro Ginotta

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  • Lo Spirito della verità darà testimonianza di me

    Lo Spirito della verità darà testimonianza di me

    + Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,26-16,4)

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
    «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
    Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

    Parola del Signore

    Gv 12,44-50

    Il crepuscolo cala sulla città Santa. Gesù è riunito con gli Apostoli nel Cenacolo. Mancano poche ore alla sua cattura. Tra poco uscirà per recarsi a pregare nell’Orto degli Ulivi: “Perché vado al Padre e non mi vedrete più” (Gv. 16,10). Lui sa già quale sarà il suo destino, lo ha preannunciato più volte ai discepoli increduli. Loro… non hanno ancora compreso bene cosa stia accadendo.

    La luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce perché le loro opere erano malvagie” (Gv. 3,19). Oh Gesù, quale dolore devi avere provato, quale angoscia, almeno la parte mortale di Te deve avere sperimentato. Eppure il Tuo spirito era sereno.

    Gesù che muore in croce sembra la fine di tutto. Un sogno che si infrange. Ma non è così!

    La croce si ribalta. La fede supera il dolore. La vita sconfigge la morte. Gesù risorge. La luce acceca le tenebre! Non sembra possibile, vero? La morte, il dolore, anzichè essere il sigillo posto sulla fine di tutto, sono un inizio, una vita nuova, una Vita Eterna, fatta di luce e di amore, verità e Risurrezione. Attraverso la sua morte, Gesù mostra lo splendore della sua Gloria divina.

    Gesù sapeva tutto questo… “Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio […] Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto” (vv. 3,4). Ha previsto la sua morte, la sua Risurrezione, le persecuzioni che dovranno affrontare i cristiani. Ma gli Apostoli ancora non hanno ben chiaro cosa stia dicendo loro Gesù. Non è ancora disceso su di loro lo Spirito Santo. Non hanno ancora aperto bene gli occhi. Non riescono ancora a vedere bene.

    Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio” (vv. 26,27). Quando scenderà lo Spirito sugli Apostoli, finalmente anche a loro tutto sarà chiaro. Gli stessi Apostoli daranno testimonianza ed andranno in tutto il mondo a proclamare il Vangelo.

    Dopo la morte di Cristo, gli undici, sconsolati ed impauriti, sono chiusi nel Cenacolo per timore dei giudei. Avevano sepolto Gesù nelle loro menti. Ma lo Spirito Santo darà loro la capacità di esprimersi: “E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo” (Mc 13,11).

    E allora amici, le domande che vi propongo oggi sono queste: ascolto la voce dello Spirito Santo che ho ricevuto con il Battesimo? Cristo è vivo ed è Risorto per me, oppure anch’io l’ho chiuso … nel sepolcro della mia mente? C’è il crepuscolo o la luce nel mio cuore?

    Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco, manda su di loro il Tuo Santo Spirito, fortificali e rendili saldi nella fede!

    #Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

    Lo Spirito della verità darà testimonianza di me

    Il dipinto di oggi è “L’Ascensione” del pittore francese Gustave Doré, 610 × 420 cm, 1879, Museo delle Belle Arti, Parigi.

    Alessandro Ginotta

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  • Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto

    Lo Spirito Santo vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto

    + Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,23-29)

    In quel tempo, Gesù disse [ai suoi discepoli]:
    «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
    Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.
    Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore.
    Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate».

    Parola del Signore

    Gv 12,44-50

    Siamo nel Cenacolo. Gesù sta termiando il suo discorso di addio ai discepoli, un discorso tutto incentrato sull’amore. Gesù ci ama, con un amore infinito, immenso: “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv 13,1).  L’amore di Gesù non delude mai, perché Lui non si stanca di amare, come non si stanca di perdonare, non si stanca di abbracciarci.

    Ma l’abbraccio più bello è quello che viene ricambiato: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (v. 23). Se riusciremo anche noi ad amare Gesù, se corrisponderemo l’amore che Lui ha per noi, allora questo stupendo rapporto si eleverà ad una condizione ancora più grande: prenderemo dimora presso di Lui. Vivremo con Dio, oserei dire, vivremo in Dio.

    Che bello! Questa è la realizzazione più piena. La creatura, amata dal Creatore, si eleva in virtù di questo amore, fino a diventare una cosa sola con Lui: Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch’essi in noi una cosa sola” (Gv. 17,21). Una cosa sola con Dio. Il Paradiso.

    Una storia d’amore sconfinato, un’unione totale: Dio e il suo popolo. Il Popolo e Dio: “Voi sarete il mio popolo ed io sarò il vostro Dio” (cfr. Ger 32,38). Vedete, cari amici, come Dio si avvicina a noi? Ai tempi di Mosè, Dio accompagnava gli israeliti dal Tabernacolo di convegno o tenda dell’incontro (cfr. Esodo 40:30-38). Una vera e propria tenda che veniva smontata e rimontata ad ogni spostamento attraverso il deserto. Nella pienezza dei tempi, il Figlio di Dio è venuto in mezzo a noi: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16). Alla fine dei tempi, Dio e l’Agnello vivranno per sempre con gli uomini: “In essa [nella città Santa, la Gerusalemme celeste] non vidi alcun tempio: il Signore Dio, l’Onnipotente, e l’Agnello sono il suo tempio. La città non ha bisogno della luce del sole, né della luce della luna: la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello” (cfr. Ap 21,10-14.22-23). Un avvicinamento continuo fino a diventare una cosa sola.

    Dio ci ama e ci cerca da sempre. Ma noi? Cerchiamo lui? La domanda che vi lascio questa sera per riflettere è proprio questa: io cerco Dio? Leggo la Sua Parola, medito la Sua Parola? Cerco di avvicinarmi a Lui con la preghiera? Oppure… sono troppo indaffarato per farlo e preferisco metterlo in un angolino… chiuderlo nel cassetto?

    Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco! Fai che nessuno ti chiuda nel cassetto. Vieni ora, o Gesù, entra nel cuore di ciascuno di noi e aiutaci a diventare, con Te, una cosa sola. Nel Tuo amore.

    #Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

    Spirito Santo

    Il dipinto di oggi è “Il Battesimo di Cristo” realizzato “a quattro mani” da Andrea del Verrcchio e Leonardo da Vinci, 177 × 151 cm, 1475, Galleria degli Uffizi, Firenze.

    « [Per] Andrea del Verrocchio […che stava] faccendo una tavola dove San Giovanni battezzava Cristo, Lionardo lavorò un Angelo, che teneva alcune vesti; e benché fosse giovanetto, lo condusse di tal maniera che molto meglio de le figure d’Andrea stava l’Angelo di Lionardo. Il che fu cagione ch’Andrea mai più non volle toccar colori, sdegnatosi che un fanciullo ne sapesse più di lui. »
    Giorgio Vasari, Le vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, Vita di Lionardo da Vinci pittore e scultore fiorentino (1568).

    Alessandro Ginotta

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  • Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena

    Rimanete nel mio amore, perché la vostra gioia sia piena

    + Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,9-11)

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
    «Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena».

    Parola del Signore

    Gv 12,44-50

    Quando amiamo qualcuno, ma lo amiamo davvero, noi continueremo a volergli bene qualsiasi cosa accada. Vorremo sempre bene ai nostri figli, o agli amici più sinceri. Magari soffriremo un po’ quando li vedremo commettere un grave errore, ma… non per questo smetteremo di voler loro bene.

    Così è Dio. Lui ci ama immensamente. Il suo amore per noi è talmente grande che non c’è nulla che noi possiamo fare per mutare i suoi sentimenti nei nostri confronti. Anche quando commettiamo un peccato, per quanto grave possa sembrare ai nostri occhi, Lui è qui, accanto a noi, pronto a perdonarci e a riabbracciarci.

    “Rimanete nel mio amore” (v. 9). Ma cosa vuol dire? Cosa dobbiamo fare per rimanere in Lui? A volte facciamo proprio le cose più complicate di quello che sono… Dobbiamo amare ed essere amati. Lo abbiamo visto ieri: “Rimanete in me e io in voi” (Gv. 15,4). L’amore è il sentimento più semplice, più spontaneo, più puro che ci sia. Non serve una laurea per amare, e neanche un diploma… Qualche volta non c’è neppure bisogno di parlare. Non serve neppure pensare.

    Ricordate San Giovanni Maria Vianney, il santo curato d’Ars? Il curato amava raccontare la storia di un buon contadino che faceva parte dell’antica Compagnia del Santissimo Sacramento ad Ars. Il suo nome era Louis Chaffangeon. Un giorno lasciò la sua zappa fuori dalla porta, entrò in chiesa e si perse totalmente davanti a Dio. Un vicino che lavorava non lontano da lui, e lo vedeva solitamente nei campi, si meravigliò della sua assenza. Sulla strada per tornare a casa, guardò in chiesa, pensando che l’uomo potesse essere lì. Infatti lo trovò: “Ma che fai tutto il tempo qui?” chiese l’uomo. E l’altro gli rispose: “Guardo il buon Dio, e lui guarda me”¹.

    Io guardo Lui e Lui guarda me. Una storia di sguardi. Una storia d’amore. Senza parole. Entrando in chiesa il contadino scorse una piccola fiammella rossa davanti al Tabernacolo. Si rese conto della Realtà divina davanti a lui. Attraverso l’esempio del curato e i suoi insegnamenti, capì che il suo mondo non era limitato al lavoro nei campi e che il Tabernacolo ne faceva parte².

    La “ricetta” che ci offre Gesù per raggiungere la “gioia piena” (cfr. v. 11) è semplice: “Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore” (v. 10).

    A questo punto come non ricordare il comandamento nuovo che ci ha affidato Gesù: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv. 13,34). Ma attenzione: l’amore di Gesù non è solo “non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te“, ma è un amore completo, totale, smisurato e inimmaginabile.

    La dedizione completa all’altro. Gesù è arrivato a dare la vita per noi, tanto ci amava: Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici.” (Gv 15,13). E’ un amore enorme, per noi inconcepibile. Un amore che si traduce in dono. Il dono della vita di Gesù in cambio della nostra salvezza.

    E allora, di fronte alla vastità di questo amore non ci resta che fissare anche noi lo sguardo su Gesù e dire, come il buon contadino del Santo curato d’Ars: “Io Ti guardo, o Signore, come Tu guardi me”, “io Ti amo, o Signore, e perdonami se non sono capace di amarTi così tanto, come Tu ami me!”.

    Questa notte affido tutti i miei amici e le persone che conosco all’infinito amore di Gesù!

    #Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

    Il dipinto di oggi è

    Il dipinto di oggi è “Il Cristo Consolatore” del pittore olandese Ary Scheffer, 1837, olio su tela 87×65 cm,  Amsterdam Museum

    ¹,² : tratto da “Inquietudini e fughe del curato d’Ars” di S.E. il Card. James Francis Stafford.

    Alessandro Ginotta

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