Tag: Regno di Dio

  • Che cos’è il Regno di Dio?

    Che cos’è il Regno di Dio?

    Ma cos’è, davvero, il Regno di Dio? Non è un luogo lontano, non è un’idea astratta: è qui, proprio adesso, nel nostro presente. È un cammino che nasce nei nostri gesti quotidiani, nelle scelte di ogni giorno. Perché, sai, il Regno di Dio lo costruisci anche tu. Come? Lascia che ti racconti…

    Il mio in(solito) commento a:
    Il regno di Dio è in mezzo a voi (Luca 17,20-25)

    Immagina una storia, di quelle che rivelano quanto le azioni possano parlare più forte delle parole. Nei miei libri, spesso, mi piace chiamarle le “Pagine viventi di Vangelo”. E la cosa incredibile è che quelle pagine siamo proprio noi. Sì, noi persone comuni, che, nel piccolo di ogni giorno, ci lasciamo guidare dal cuore e dalla coscienza. Gesù non cerca eroi: vuole persone autentiche, uomini e donne normali, che, con l’esempio, illuminano il mondo. Che tu sia uno studente, un fornaio, un medico, o un operaio, puoi essere una “pagina vivente” di quel Vangelo, ogni volta che scegli di incarnare quei valori.

    Dio ci ha fatto un dono unico, speciale, per ognuno di noi. Qualcuno sa donare saggezza, altri portano conforto o coraggio, c’è chi ascolta e chi fa sorridere. E tu, ti sei mai chiesto quale dono speciale ti è stato affidato? Qual è quel talento che Dio ha piantato in te per portare luce agli altri?

    Ecco la risposta: qualunque esso sia, il tuo compito è coltivarlo. Fare in modo che cresca e fiorisca. Anche oggi, proprio come duemila anni fa, Dio manda persone come te e me a portare la Buona Novella, ma non con parole vuote. No, non bastano le parole. Ci vogliono azioni, azioni che tocchino davvero il cuore di chi è in cerca di Dio.

    Un sacerdote che conosco, un missionario che porto nel cuore, ama raccontare questa storia: «Un giorno, san Francesco incontrò frate Ginepro, un frate semplice e buono, e gli disse: “Frate Ginepro, vieni, andiamo a predicare.” “Ma padre mio,” rispose Ginepro, “Sai bene che non so parlare alla gente.” Ma san Francesco insistette, e insieme girarono per la città. Pregarono in silenzio, pregando per i lavoratori, sorridendo ai bambini, aiutando chi aveva bisogno. Dopo un’intera giornata, san Francesco disse: “Frate Ginepro, è ora di tornare.” “Ma… e la predica?” chiese Ginepro. “L’abbiamo fatta,” rispose Francesco con un sorriso». A volte, sono proprio le azioni a predicare meglio di qualsiasi parola.

    Questo è il Regno di Dio: è qui, oggi, nelle tue mani, nel tuo cuore, in ogni gesto d’amore che nasce in te. È il seme che Dio ha piantato nella tua anima, pronto a germogliare. E allo stesso tempo è nel domani, nel giorno in cui saremo finalmente uniti a Lui, in una gioia senza fine #Santanotte

    Alessandro Ginotta

    Che cos'è il Regno di Dio?
    Il dipinto di oggi è: “Cristo Risorto in Gloria”, di Guido Reni, 1614, affresco, cupola del Santissimo Sacramento, Duomo di Ravenna

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  • Gesù sta scegliendo te

    Gesù sta scegliendo te

    Gesù sta scegliendo te. Lo sta facendo ora, mentre leggi questa riflessione. Lo ha fatto stamani, mentre tu hai riaperto gli occhi al tuo risveglio. Lo ha fatto nel momento in cui sei venuto al mondo. E lo fa ogni volta che ti rialzi, dopo una caduta. Gesù ti sceglie e ti vuole con sè

    Il mio in(solito) commento a:
    Voi non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo (Gv 15,18-21)

    Non bisogna essere speciali per venire scelti da Gesù. Basta essere donne e uomini, sue creature. Lui ci sceglie a prescindere dai nostri peccati e dalle nostre capacità. Non conta quel che siamo nella vita o che facciamo. A Gesù importa solo che esistiamo. E, in quanto individui che esistono, Egli ci ama e ci sceglie.

    Ma per cosa ci sceglie? Prima di tutto per essere amati. Poi per essere salvati e, infine, per restare con Lui: «Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto, perché senza di me non potete far nulla» (Giovanni 15,4-5). E ancora: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via» (Giovanni 15,1-4). Dio ci vuole con Lui. Oggi e sempre.

    Oggi, perché è insieme a Dio che dobbiamo costruire il Regno dei Cieli. È con Gesù nel cuore che dobbiamo vivere la nostra vita quotidiana, diventando noi stessi, con le nostre opere, con le nostre azioni e con i nostri pensieri, pagine viventi di Vangelo. Testimoni credibili del Risorto capaci di trasformarci in esempio per chi ci sta accanto e vive lontano da Dio. Ecco che così facendo presteremo le nostre braccia a Gesù e lo aiuteremo a riavvicinare la pecora che si è smarrita nel deserto. Sai, un mio caro amico, oggi Vescovo, ripeteva spesso un aneddoto nelle sue omelie: “Un uomo ‘normale’ vedeva un povero lungo la strada, vestito di stracci, denutrito e sporco. A quella vista l’uomo ‘normale’ pregava: «Signore, fa’ qualcosa per questo povero uomo, aiutalo!». E, a quella preghiera, Dio rispondeva: «L’ho già fatto. Ho mandato te!»”. Ti fa riflettere, vero? Non pensare che l’aiuto debba venire sempre dall’alto. Perché il Regno di Dio si costruisce così: agendo secondo i principi del Vangelo. Sii subito tu l’aiuto che porta conforto a quella persona, non aspettare che il sostegno arrivi da altri. Ecco perché Gesù ti vuole con sé ora: perché tu possa realizzare, insieme a Lui, un pezzo di cielo sulla terra.

    Dio ti vuole con sé sempre. Perché, alla fine della nostra vita, possiamo continuare a godere delle gioie della sua presenza e della sua vicinanza. Perché possiamo proseguire, insieme a Lui, a costruire un domani migliore per l’umanità intera. Dio ha bisogno di te, delle tue mani, delle tue braccia, della tua bocca, delle tue gambe. Non lo dimenticare mai.

    Chi segue questa strada non è del mondo, perché ha scelto di vivere già ora nel Regno di Dio. E, sai che ti dico? Che la vera esistenza è proprio questa: quella di chi ha deciso di dare il proprio contributo per costruire qui il Regno. Di chi ha optato di vivere con un piede sulla terra ed uno in cielo. Forse chi ha scelto “il mondo” ti schernirà, ma non importa: tu hai già vinto, perché Dio è con te e sostiene ogni tuo passo. #Santanotte

    Alessandro Ginotta

    Il dipinto di oggi è: “Ecce Homo”, di Juan de Juanes, 1530, olio su tavola, Museo Nazionale del Prado, Madrid

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  • Dov’è il Regno di Dio?

    Dov’è il Regno di Dio?

    Proprio questa sera discorrevo con il presidente di un’associazione di volontariato sul calo delle vocazioni e del numero di fedeli che frequentano le Messe. Una tendenza apparentemente inarrestabile, almeno per quanto riguarda l’Europa e buona parte del mondo occidentale.

    Il mio in(solito) commento a:
    Il regno di Dio è in mezzo a voi (Luca 17,20-25)

    Tra le tante considerazioni che facevamo c’era l’invito a non piangersi addosso: è inutile ostinarsi nella nostalgia di un passato felice che, almeno per molto tempo, nei nostri paesi non tornerà più. È giunto il tempo di smettere di commiserarsi, rimboccarsi le maniche e “fare con quel che abbiamo”. Più tempo dedicheremo ai nostri piagnistei meno azioni metteremo in campo e sarà un po’ come se avessimo sotterrato il nostro talento anziché metterlo a frutto (cfr. Matteo 25,14-30).

    È tempo di attingere al nostro coraggio e trovare nuovi modi per continuare a lavorare come parrocchie e unità pastorali, senza rimpianti, ma con quella fiducia che Gesù nei Vangeli ci ha insegnato: la certezza che Dio non ci lascerà mai soli e lasciamo risuonare in noi queste parole: “Perciò vi dico: per la vostra vita non affannatevi di quello che mangerete o berrete, e neanche per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita forse non vale più del cibo e il corpo più del vestito?  Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non contate voi forse più di loro?  E chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?  E perché vi affannate per il vestito? Osservate come crescono i gigli del campo: non lavorano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno, non farà assai più per voi, gente di poca fede? Non affannatevi dunque dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo? Di tutte queste cose si preoccupano i pagani; il Padre vostro celeste infatti sa che ne avete bisogno. Cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Matteo 6,25-33).

    Ed ecco che ci riallacciamo con il Vangelo di oggi: il Regno di Dio. Tante, troppe volte, lo cerchiamo inutilmente dove non lo potremo trovare perché il Regno di Dio è qui ed ora. In mezzo a noi. Pur tra le mille difficoltà del mondo moderno brilla la sua luce. Pur tra l’indifferenza di molti ci riscalda il suo amore.

    «Ma prima è necessario che egli soffra molto e venga rifiutato da questa generazione» (v. 25). Il dolore di Cristo non si esaurisce sulla croce, perché Egli ogni giorno soffre con noi, dei nostri mali. Fattosi in tutto simile all’uomo, fuorché nel peccato, Gesù si è incarnato proprio per condividere con noi i nostri problemi, per sopportare insieme a noi il peso di una vita che non è più quella che desidereremmo, ma è la vita che Dio stesso ci chiede di vivere. La vita che Lui stesso, coraggiosamente, vive insieme a noi.

    Non possiamo star fermi, dobbiamo muoverci e costruire insieme a Dio il suo Regno che è già qui ed ora. #Santanotte

    Alessandro Ginotta

    Il dipinto di oggi è: “Cristo in Gloria con Santi”, di Pompeo Batoni, 33x60cm, Jean Paul Getty Museum, Los Angeles

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  • Dov’è il Regno dei Cieli?

    Dov’è il Regno dei Cieli?

    Ieri sera ho avuto una folgorazione. Stavo riflettendo su un concetto del mio ultimo libro e… ho incontrato Dio. Dove? No: dove e quando.

    Il mio decisamente in(solito) commento a:
    Il Regno dei Cieli è vicino (Matteo 4,12–17.23–25)

    Spesso sentiamo nelle omelie l’espressione “Regno dei Cieli”, ma che cos’è esattamente? E’ un’entità così complessa da sondare per il nostro intelletto limitato, perché va ben oltre lo spazio ed il tempo. Non è certo un luogo, il Regno. E non è neppure un tempo. E’ un “qui ed ora” che si dilata all’infinito. E’ un divenire che affonda le sue radici nel presente.

    Ci stavo riflettendo ieri notte, mentre cercavo di prendere sonno. Già… e come prendere sonno con certi pensieri? Eppure, alcune delle mie migliori intuizioni avvengono proprio così. Ieri, ad esempio, stavo ripercorrendo mentalmente i primi capitoli di “Sorprendersi con Dio”. Nel libro prendo in considerazione l’infinitamente piccolo, fatto di molecole, atomi e particelle subatomiche e l’infinitamente grande di galassie, ammassi e nebulose per concludere che, in entrambe le direzioni, troviamo perfezione e simmetria. Pensa all’orbita dei pianeti attorno alle stelle, a quella degli elettroni attorno ai nuclei. Non sono eccezionalmente simili? Capitolo dopo capitolo cerco di portare avanti parallelamente scienza e fede per dimostrare che non sono antitetiche, ma si incrociano. D’altra parte “due rette parallele si incontrano all’infinito”. Allora andiamoci all’infinito. Facciamo un viaggio nello spazio e nel tempo per arrivare all’istante del big-bang, nel punto in cui si formò l’universo. Lì, per quanto si possa studiare, la scienza si arresta. Le equazioni, anche le più complesse che possiamo escogitare, non sono in grado di dirci che cosa c’era prima dell’istante T0 (“t” con zero) dell’esplosione da cui ebbe origine la materia ed il tempo incominciò a scorrere. Non si può andare in negativo. Non possiamo, con la scienza, andare a quel secondo prima per vedere cosa ci fosse.

    Con la scienza no. Ma con la fede sì. Lì, dove il tempo si incontra con un infinito istante primordiale, prima dello scorrere del tempo. Lì dove la materia si incontra con il nulla. Lì, in quel quando che non esiste, perché è ancora fuori dal tempo, possiamo incontrare Dio intento a creare l’universo intero. Un istante dopo possiamo arrivare con equazioni, esperimenti e telescopi. Un istante prima possiamo guardare solo con gli occhi della nostra anima. A questo link potrai trovare uno stralcio del libro in cui spiego meglio che cosa immagino che sia avvenuto in quel momento: https://www.labuonaparola.it/oggi-incontreremo-dio-nel-nulla/

    Ecco, che allora Dio è lì. Dio è quando. Egli abita in quell’istante eterno in cui la Creazione ebbe origine. Là, nel punto più distante che i nostri telescopi possono soltanto intravvedere: l’origine dell’universo. Il momento in cui tutto ebbe inizio. Un eterno momento in cui trascendente ed immanente si toccano, si intersecano. Un luogo infinitamente lontano in cui le rette parallele si incontrano. Lì è Dio. Ma è anche qui. Ed è anche adesso. Sì, perché Dio è in ogni luogo ed in ogni tempo:

    “Meravigliosa per me la tua conoscenza,
    troppo alta, per me inaccessibile.
    Dove andare lontano dal tuo spirito?
    Dove fuggire dalla tua presenza?
    Se salgo in cielo, là tu sei;
    se scendo negli inferi, eccoti.
    Se prendo le ali dell’aurora
    per abitare all’estremità del mare,
    anche là mi guida la tua mano
    e mi afferra la tua destra”.

    Salmo (139, 6-10).

    Dio abita ovunque e ogni tempo. Lui è interamente lì, nel big-bang, così com’è interamente qui ed ora, accanto a te che leggi. Perché è ovunque e sempre. Ogni istante è l’istante di Dio. Là, nel momento della Creazione, là, dove infinitamente piccolo ed infinitamente grande si incontrano, quell’istante e quel dove per Dio si dilata all’infinito, fino a comprendere il mondo e l’universo intero, la storia da quando esiste al suo ultimo istante.

    Il Regno di Dio è contemporaneamente già qui, e non ancora qui, perché: “Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino»” (Matteo 4,17). Ma anche: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il regno di Dio è in mezzo a voi!» (Luca 17,21).

    Dunque è qui, o non è qui? Entrambe queste affermazioni sono contemporaneamente vere. E non è un paradosso. Semplicemente il Regno di Dio scavalca i nostri limiti e li amplia fino all’infinito orizzonte di Dio. Dio smisurato ed incommensurabile, presente in ogni dove e in tutto, in ogni tempo ed in ogni luogo. Vedete che Dio è una realtà che non si può misurare con il metro, né con l’orologio? Fossero anche i più precisi… E, allora, anche il suo Regno è così: eternamente presente. Il presente è infatti il punto nel quale il tempo tocca l’eternità.

    Potremmo concludere che il Regno si avvicina nel tempo che ormai è compiuto, che è arrivata l’alba del giorno in cui il Regno si manifesterà, anche se il giorno pieno ancora non è qui. Né sapremo quando arriverà. Ma sappiamo che, quello che culminerà nell’aldilà, inizia in questo mondo, come la vittoria di Cristo inizia già con il suo arrivo nel mondo e si consuma sulla Croce.

    Se è troppo difficile immaginare il momento del big-bang per vedere Dio, c’è un altro luogo dove possiamo avere la certezza di trovare già ora il Regno di Dio: il nostro cuore. E’ lì che i nostri sentimenti, i nostri desideri, si intrecciano in un respiro che è fatto dell’esperienza del passato e delle speranze per il futuro, in un presente in cui abbiamo il dovere di vivere al meglio di noi stessi, testimoniando, anche con la nostra vita, anche con le nostre scelte, quei valori, quei principi, che ci separano dal regno del mondo.

    #Santanotte Ricorda che Dio è dentro di te. Hai dentro l’infinito. Lì, nella tua anima.

    Alessandro Ginotta

    Il dipinto di oggi è: “Cristo Risorto in Gloria”, di Guido Reni, 1614, affresco, cupola del Santissimo Sacramento, Duomo di Ravenna

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  • Ce l’hai la “mappa di Gesù”? Serve per trovare il Regno dei Cieli!

    Ce l’hai la “mappa di Gesù”? Serve per trovare il Regno dei Cieli!

    + Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,7-15)

    In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
    «Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
    Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
    In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
    Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».

    Parola del Signore

    Gv 12,44-50

    Abbiamo già visto lo stesso brano presentato dall’evangelista Luca, oggi se vi farà piacere, vi guiderò su una lettura un po’ più ampia. Ci mettiamo in viaggio?

    Noi camminiamo e il Regno dei Cieli si avvicina: “Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino” (v. 7). Non si ferma l’apostolo. Il discepolo di Cristo è sempre in cammino. Dove va? Ma verso il Regno dei Cieli!

    Per raggiungerlo dobbiamo continuare a nutrirci della Parola, ma anche a portare la Parola a chi ancora non la conosce e, soprattutto, a vivere la Parola, diventanto noi stessi strumenti di Dio: “Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni” (v. 8).

    Ecco la mappa di Gesù: testimoniare il Vangelo, mettersi al servizio del prossimo, curare gli ammalati, operare il bene.

    Sì, perchè la Parola si dona. Non si vende e non si compra Gesù: Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (v. 8). Siamo chiamati a fare del bene e farlo donando tutti noi stessi: “Come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri” (Gv 13,34). E’ Gesù che ci ha indicato la strada: chi ama dona. E chi ama di più… fa un dono più grande: “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,13).

    Permettetemi di ripetere un concetto che ho già espresso in passato … repetita iuvant: Dio è amore (1Giovanni 4,8). Un amore immenso, incommensurabile e incontenibile. Amava così tanto che questo amore è fuoriuscito da Lui ed ha creato il mondo e tutte le cose. Ha creato l’uomo, a Sua immagine e somiglianza. Dio ci ha amati così tanto da mandare in mezzo a noi Suo Figlio, Gesù, che ha dato la vita per noi uomini e per la nostra salvezza.

    Dunque quando doniamo noi stessi, o una parte di noi stessi al prossimo, doniamo il nostro amore: doniamo Dio. Più riusciremo a farlo con il cuore, senza secondi fini, senza giudicare e discriminare nessuno, proprio come vorrebbe Gesù, e più ci avvicineremo al Regno di Dio.

    Io sono convinto che, nella sua pienezza, noi potremo sperimentare il Regno di Dio soltanto in Cielo. Ma, già qui ed ora, su questa terra, noi potremo portare un “piccolo grande pezzo del Regno di Dio” e lo potremo fare con la condivisione, con il prenderci cura degli altri, con il testimoniare la Parola. Allora, allora sì, scorgeremo, magari tenendo tra le nostre mani quelle nodose di un’anziana che confortiamo, la bellezza del Regno di Dio dentro i suoi occhi. O magari troveremo il Regno nel sorriso di un bambino, al quale avremo dato un pezzo di pane.

    Sì, perchè il Regno di Dio non è un luogo: è uno stato, una condizione: “Il Regno di Dio non viene in modo da attirare l’attenzione, e nessuno dirà: Eccolo qui, o: eccolo là. Perché il Regno di Dio è in mezzo a voi!” (Lc 17,1). Già! Il Regno di Dio è in mezzo a noi!

    Dunque Gesù ci invita a donare noi stessi. Ed il dono è gratis. Ma ci dice anche che “chi lavora ha diritto al suo nutrimento” (v. 10). Chi evangelizza, l’operaio che lavora nella Vigna del Signore “è degno alla sua ricompensa” (Lc 10,7). Il Signore non abbandona quanti gli si affidano: “Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta” (Mt 6, 33).

    Leggiamo nel libro dell’Esodo: “Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sovrintendenti: conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo … Perciò va’! Io ti mando” (Es 3,7-8.10). Come Dio mandò Mosè a tirare fuori il suo popolo dalla schiavitù in Egitto, oggi manda noi, a liberarlo dai mali di questo tempo. Anche noi abbiamo demòni da scacciare: la perdita dell’idea di Dio che genera tutta questa vuotezza che ci circonda, questa insoddisfazione diffusa, questo malessere, la mancanza di valori, la violenza… L’uomo ha perso Dio. Noi abbiamo il compito di farglielo ritrovare. Ecco la nostra missione!

    E… quando lo avremo portato a termine, allora avremo trovato il Regno di Dio!

    Cari amici, le domande che oggi vi propongo (e mi propongo) sono: Come recepisco l’invito ad evangelizzare che Gesù rivolge a ciascuno di noi? Sono pronto a lasciare tutto e scegliere la strada che porta al Regno dei Cieli? E ancora: cosa mi propongo di fare, in concreto, oggi stesso, per testimoniare il Vangelo?

    Questa notte, Gesù, Ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco!

    #Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

    Ce l'hai
    Il dipinto di oggi è “L’Ascensione di Gesù” del pittore italiano Benvenuto Tisi, 1510 circa, olio su pannello, 314 x 204,5 cm., Galleria Nazionale d’Arte Antica, Roma

    Alessandro Ginotta

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  • Lo sapevi che è facile entrare nel Regno di Dio?

    Lo sapevi che è facile entrare nel Regno di Dio?

    + Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,13-16)

    In quel tempo, presentavano a Gesù dei bambini perché li toccasse, ma i discepoli li rimproverarono. Gesù, al vedere questo, s’indignò e disse loro: «Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi è come loro infatti appartiene il regno di Dio. In verità io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerà in esso».
    E, prendendoli tra le braccia, li benediceva, ponendo le mani su di loro.

    Parola del Signore

    Gv 12,44-50

    Ah! I bambini! Chi non si è mai meravigliato guardando un bambino negli occhi? Il loro cuore puro, che si stupisce per ogni cosa! Il loro sguardo “limpido”, senza doppiezza e senza secondi fini! Il bimbo è diretto, semplice, spontaneo…

    Così deve essere il nostro cuore per entrare nel Regno di Dio! Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli” (Mt 18,3).

    Ma cos’è il Regno di Dio? Per rispondere a questo interrogativo non basterebbe forse un trattato. Ci torneremo sopra nelle prossime settimane, tuttavia possiamo dire che il Regno, come tutte le cose di Dio, va ben oltre le nostre aspettative e le nostre conoscenze. In parte il Regno di Dio è gia qui, su questo mondo. In parte lo sperimenteremo soltanto nei Cieli. E’ una realtà in divenire, in evoluzione, in crescita. Non è tanto un luogo, ma una condizione dell’anima: il regno di Dio è in mezzo a voi!” (Lc 17,21). Va cercato. Chi lo cercherà, con cuore puro, come quello di un bambino, lo troverà!

    Come si trova il regno di Dio? A questa domanda rispondo con le parole di Papa Francesco:Ognuno di noi ha un percorso particolare, ognuno di noi ha la sua strada nella vita. Per qualcuno l’incontro con Gesù è atteso, desiderato, cercato a lungo, come ci viene mostrato nella parabola del mercante che gira il mondo per trovare qualcosa di valore. Per altri accade all’improvviso, quasi per caso, come nella parabola del contadino. Questo ci ricorda che Dio si lascia incontrare comunque, perché è Lui che per primo desidera incontrare noi e per primo cerca di incontrarci: è venuto per essere il “Dio con noi”. E Gesù è fra noi, Lui è qui oggi. L’ha detto Lui: quando voi siete riuniti nel mio nome, io sono fra voi. Il Signore è qui, è con noi, è in mezzo a noi!  È Lui che ci cerca, è Lui che e si fa trovare anche da chi non lo cerca. A volte Egli si lascia trovare nei luoghi insoliti e in tempi inattesi. Quando si trova Gesù se ne rimane affascinati, conquistati, ed è una gioia lasciare il nostro consueto modo di vivere, talvolta arido e apatico, per abbracciare il Vangelo, per lasciarci guidare dalla logica nuova dell’amore e del servizio umile e disinteressato. La Parola di Gesù, il Vangelo”.

    Dunque, per accogliere il Vangelo e vivere secondo la Parola di Gesù bisogna essere come dei bambini. Come un bambino ha bisogno dell’adulto, noi abbiamo bisogno di Dio e della sua Parola. Come i bambini si fidano ciecamente dei loro genitori, così noi dobbiamo avere fiducia in Dio e in Gesù. Il cuore di un bambino chiede solo di essere amato. Così deve essere il nostro cuore per incontrare Dio. Senza rancore, senza gelosia, desideroso di amare e di essere amato. Puro, sincero, come quello di un bambino. Allora Dio verrà ad abitare in noi.

    Gesù cerca sempre i bambini, li aiuta, li cura, pensiamo alla dodicenne figlia di Giairo (Mc 5,41-42), alla figlia della Cananea (Mc 7,29-30), al figlio della vedova di Naim (Lc 7,14-15), al bambino epilettico (Mc 9,25-26), al figlio del centurione (Lc 7,9-10), al figlio del funzionario (Gv 4,50). Talvolta i bambini permettono a Gesù di compiere dei miracoli, come il fanciullo con i cinque pani d’orzo e i due pesci (Gv. 6,9)… E allora davvero, anche noi dovremmo tornare un po’ bambini ed accogliere Gesù nel nostro cuore, permettergli di guarirci dalle ferite della vita, permettergli di compiere miracoli per mezzo di noi, aiutando i nostri fratelli, amando il nostro prossimo, come Lui ci ha comandato: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi” (Gv 15,12).

    Cari amici, la domanda di oggi è: Ma io cerco davvero Dio? Quanto desidero veramente incontrare Gesù nel mio cuore? Quanto sono puri i miei sentimenti per Lui?

    Questa notte, Gesù, ti affido tutti i miei amici e le persone che conosco, prenditi cura di loro, come fossero bambini; falli crescere nel Tuo amore!

    #Santanotte amici miei! 🙂 🙂 🙂

    Il dipinto di oggi è
    Il dipinto di oggi è “Lasciate che i bambini vengano a me”, del pittore francese Antoine Ansiaux, 1820, olio su tela, Museo del Castello di Versailles.

    Alessandro Ginotta

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