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Tagliarsi le mani per salvarsi l’anima?

Tagliarsi le mani per salvarsi l'anima?

Leggere nuoce gravemente alla salute? Certo che no! La battuta nasce dal fatto che ho scelto per il mio post di oggi un titolo un po’ provocatorio: “Tagliarsi le mani per salvarsi l’anima?”, ma ti posso assicurare che a nessun lettore verrà fatto del male per aver letto questo post. Anzi…

Il mio in(solito) commento a:
Chi non è contro di noi è per noi. Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala (Marco 9,38-43.45.47-48).

Ogni tanto, sfogliando il Vangelo, ci imbattiamo in pagine che ci scuotono, parole forti che ci sorprendono, quasi disturbano. Siamo abituati a immaginare una versione un po’ edulcorata della vita di Gesù, ma bisogna ricordare che gli evangelisti scrivevano per il popolo del loro tempo. Quasi duemila anni fa, le parole erano semplici e dirette, adatte a farsi comprendere da chiunque. Ed è così che il Vangelo arriva ovunque, a ogni creatura (cfr. Marco 16,15).

Gesù parlava in parabole proprio per raggiungere tutti, anche chi non aveva accesso all’istruzione. Nessuno doveva restare indietro: “Nessuno di loro è andato perduto” (Giovanni 17,12).

Allora, quando leggiamo parole come “Se la tua mano ti è motivo di scandalo, tagliala” (v. 43), non dobbiamo prenderle alla lettera. Altrimenti, probabilmente, andremmo tutti in giro senza mani o piedi! Dio non vuole questo. Il Signore non vuole perdere neppure un frammento di te. Vuole che tu sia integro, nel corpo, nella mente, nell’anima. Intero dentro e fuori, perché è con un’anima bella che puoi trovare la strada verso il Paradiso, verso la vera felicità di stare con Dio.

Non c’è alcun desiderio divino di farci soffrire. Dio desidera la nostra gioia, la nostra unità nel Suo amore: “Perché tutti siano una sola cosa; come tu, Padre, sei in me e io in te” (Giovanni 17,21). Gesù ci vuole con Lui, “Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io” (Giovanni 17,24). Ecco perché, ogni tanto, ci scuote. Non per punirci, ma perché ci ama. Più di ogni altra cosa.

L’inferno, ricordalo, non è un luogo con forconi e fiamme. È uno stato dell’anima che si allontana da Dio, che sceglie di vivere nel rifiuto del Suo amore. È come il dolore di chi ha perso tutto, un vuoto incolmabile, un’eterna disperazione. Questo è l’inferno.

Papa Francesco lo spiega bene: “All’inferno non ti mandano, ci vai tu, perché scegli di essere lì. L’inferno è voler stare lontano dall’amore di Dio”.

E quindi, ti chiedo, cara amica, caro amico che leggi: fai pace con te stesso. Fai pace con Dio e con chi ti è accanto. Vivi nell’amore, non nell’odio. E se cadi, rialzati. Dio è lì, accanto a te, sempre pronto a sollevarti, ad abbracciarti, a perdonarti. Non lasciare che pezzi della tua anima vadano perduti. Riconciliati oggi stesso e vivrai per sempre.

#Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cristo benedicente”, Hans Memling, 1480, olio su tavola, 34×31 cm, collezione privata, Amsterdam

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