La luce è l’eco di Dio che vibra nella nostra anima. Parte dal profondo del nostro cuore e modula le nostre emozioni, accompagnandoci sin dalla nascita, quando “veniamo alla luce”, per seguirci lungo tutto il nostro percorso.
Il mio (in)solito commento a:
“Ecco lo sposo! Andategli incontro!” (Matteo 25,1-13)
Parlare di luce mi affascina. È il principio di tutto, onnipresente nella Bibbia, dall’inizio alla fine. Già nel terzo versetto della Genesi leggiamo: “Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu” (Genesi 1,3). E nell’ultima pagina dell’Apocalisse ritroviamo Dio stesso come luce, quella che sconfiggerà per sempre le tenebre nella Gerusalemme celeste: “Non ci sarà più notte… perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli” (Apocalisse 22,5; cfr. Isaia 60,19-20).
La luce ci permette di vedere il mondo, di percepire il cielo, la terra, il mare, gli animali e le persone che ci circondano, perché tutto viene illuminato. Persino Dio è avvolto di luce: “Egli è vestito di luce” (Salmo 104,2). Anche Gesù, trasfigurato sul monte Tabor, rivelò la sua essenza luminosa: “Il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce” (Matteo 17,2). E ancora, la gloria di Dio risplendeva sul volto di Mosè dopo aver parlato con Lui: “Il viso di Mosè diventò raggiante” (Esodo 34, 29-30.33).
La luce è anche la Parola di Dio, che guida e illumina le nostre scelte (Salmo 119,105; Sapienza 7,10; 7:26). È un messaggio, un annuncio di speranza, come ci ricorda Isaia: “Il popolo che camminava nelle tenebre vide una gran luce” (Isaia 9,1). E la luce è anche la Parola che si fa carne: “Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo” (Giovanni 1,9).
Ma attenzione: senza la luce di Dio, è facile smarrirsi. Quando ci allontaniamo dalla sua luce, ci ritroviamo a brancolare nel buio, senza sapere dove andare né come arrivarci. E questa notte oscura può trasformarsi in una solitudine infinita, priva della gioia di vivere con Dio.
Dio è luce, ma non tutta la luce è Dio. Esiste una scintilla divina dentro di noi, perché siamo “la luce del mondo” (Matteo 5,14). Ma ricordiamoci: una scintilla è ben diversa dal fuoco eterno dell’amore di Dio. E così, come una scintilla brilla e poi si spegne, anche noi abbiamo un inizio e una fine. Abbiamo bisogno della luce di Dio per splendere davvero, perché il nostro cuore si apre solo davanti alla sua luce.
Chi cerca la luce non resta fermo, ma si muove, si mette in gioco. Sta a noi riempire questo mondo con la luce di Dio, prima che le tenebre lo soffochino: “Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare” (Giovanni 9,4).
Sta a noi agire, fare il bene, testimoniare la luce di Dio. Sta a noi diventare una lampada che illumina, una pagina vivente del Vangelo #Santanotte
Alessandro Ginotta
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