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C’è un peccato più grave di un altro?

C'è un peccato più grave di un altro?

C’è peccato e peccato, ma non c’è peggior peccatore di chi non si pente!

Il mio in(solito) commento a:
“Sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato” (Luca 7,36-50).

Immagina di camminare per le strade della Palestina di duemila anni fa. Non solo non sono asfaltate, ma lungo i margini scorrono rigagnoli di acqua sporca, rifiuti e… sì, anche escrementi. Senza un vero sistema fognario, ogni genere di scarto finiva per strada. I viandanti, con i piedi coperti di polvere e fango, non avevano certo vita facile. Ecco perché, all’arrivo di un ospite, il padrone di casa offriva una bacinella d’acqua per lavarsi i piedi.

Ma non Simone il fariseo. Lui, che ha l’onore di ospitare nientemeno che Gesù, si “dimentica” di questo semplice gesto di cortesia. Nessuna acqua per lavare i piedi del Figlio di Dio, che si siede a tavola con i piedi ancora sporchi. (Ora ti è più chiaro perché, nell’Ultima Cena, Gesù laverà i piedi agli apostoli?).

Ma torniamo a Simone. Questo fariseo non ha invitato Gesù per pura devozione: il suo scopo è quello di screditarlo. E, probabilmente, è proprio per questo che “dimentica” le buone maniere. Vuole coglierlo in fallo.

Eppure, c’è peccato e peccato. Non tutto ciò che sembra scandaloso lo è davvero. Durante la cena, ecco che entra in scena la peccatrice, una donna di facili costumi. Forse è stata assunta proprio da Simone per tendere una trappola a Gesù. Si getta ai piedi del Maestro, li bagna con le sue lacrime e li asciuga con i suoi capelli. Gesù la lascia fare. Ha perso la sua dignità? Certo che no!

Qui vediamo due peccati. Da una parte, c’è la donna, che in preda all’imbarazzo singhiozza ai piedi di Gesù. Dall’altra, c’è Simone, che, convinto di essere nel giusto, manca di rispetto non solo al suo ospite, ma anche alla donna, condannandola senza pietà. Nel suo delirio di superiorità, è convinto che tutti debbano seguirlo nella sua condanna. E cosa gli manca? Due cose fondamentali: la capacità di comprendere e di perdonare.

E, peggio ancora, non sa amare.

Il rispetto che Simone nega a Gesù arriva dalla peccatrice, la stessa che lui considera indegna. È lei che ama, è lei che, con ogni lacrima, si avvicina alla salvezza. Come diceva il vescovo don Tonino Bello: “L’amore è sempre santo, perché le sue vampe partono dall’unico incendio di Dio”. E quell’amore vero, puro, è così potente che cancella i peccati.

Il peccato più grave non è quello che appare scandaloso. No, è la mancanza d’amore. Ed è proprio questa mancanza a rivelare il vero peccatore, Simone. Lui, che si crede tanto giusto, è in realtà cieco davanti al potere dell’amore. Non si è accorto che la donna che condanna con tanta sicurezza, in realtà è perdonata perché ha amato molto.

Simone non sa amare, e senza amore non c’è perdono. Il suo orgoglio lo acceca e lo convince di essere immune dall’errore. Ma chi pensa di non sbagliare non può mai pentirsi. E, caro amico, il peccato di chi non si pente pesa più di qualsiasi altro.

Solo l’amore, quello vero, può spezzare le catene del peccato, anche il più grande. L’amore di Dio, che non conosce limiti, riporta la luce anche nella notte più oscura. Ricordati le parole del Vangelo: “Là, dov’è il suo tesoro, là sarà anche il suo cuore” (Matteo 6,19-23).

E dov’è il cuore di Dio se non qui, in mezzo a noi? Gesù si è fatto uomo per camminare al nostro fianco, per soffrire con noi, per amarci con tutto sé stesso. Tu, proprio tu che leggi queste righe sei il suo tesoro. La creatura più amata da Dio #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “Cena a casa di Simone il fariseo”, Scomparto di predella con Storie di Maria Maddalena, Pinacoteca Vaticana

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