In poche righe, san Matteo ci trascina dentro una pioggia di miracoli. Ma, leggendo con attenzione, scopri qualcosa di sorprendente: quei miracoli non sono solo per uomini e donne di 2000 anni fa. Sono anche per te. Sì, proprio per te.
Non ci credi? Lascia che ti accompagni in questo viaggio attraverso il mio (in)solito commento a:
Gesù guarisce molti malati e moltiplica i pani (Mt 15,29-37).
“Zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele” (cfr. vv. 30-31). Ma Gesù non si ferma a questo: “Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene” (vv. 35-37). Guarigioni e moltiplicazioni. Chi sono i destinatari di questi miracoli? Moltitudini di persone coperte di stracci. Con i loro abiti logori si muovono attorno a Gesù che attraversa il deserto in compagnia dei suoi discepoli. Ed è proprio Gesù, commosso dalla tenacia di questa gente che ha lasciato le proprie case ed i propri rifugi per seguirlo, ascoltarlo e per farsi guarire da lui, che, mosso da compassione, ordina ai propri discepoli di dar loro da mangiare.
Ma come, Gesù!? Non sai che sette pani non basteranno per tutti? Avremo letto questo brano decine e decine di volte, e chissà quante altre l’avremo sentito proclamare in Chiesa. Eppure, se d’incanto noi venissimo catapultati duemila anni nel passato, trovandoci immersi nella scena, guardando quelle tuniche mosse dal vento, osservando quegli occhi stanchi, quei visi sudati, la sabbia tra i calzari e sui piedi scalzi, anche noi saremmo tentati di pensare che cinque pani e due pesci non potranno bastare per tutti. Eppure, se avessimo fede, sapremmo che, proprio con la fede, si spostano anche le montagne! (cfr. Marco 11,22-24).
Io ti ho portato, con la fantasia, nel deserto della Decapoli, ma se ora tu provassi a guardare dall’altra parte dello specchio, là dove sorge la tua di casa, là dove trascorri la tua vita, scopriresti che anche lì Gesù ti invita ad avere fede. Ti sprona a desiderare di poter spostare i macigni che appesantiscono la tua vita. Sì, perché la fede che Dio ci chiede è una forza rivoluzionaria che agisce dentro e fuori di noi. È la fede che non si piega al ricatto della realtà, ma che la trasforma, permettendo, anche all’impossibile, di accadere. È una fede coraggiosa, che non si ferma davanti a nulla e nessuno. È una speranza contro ogni speranza.
Se Gesù ha compiuto tutti quei miracoli non è solo per le folle di allora, ma è anche per te, ora. È per te oggi. È perché, a distanza di 2000 anni, ancora si parla di questi eventi. E perché questi eventi ancora parlano alla tua anima. Perché tu non sei e non dovrai mai sentirti solo. Perché accanto a te c’è Gesù, con la sua Luce, con la sua Pace e con il suo Amore, pronto ad ascoltarti, a guarirti, e perfino a moltiplicare il pane per te.
Tutto quel che ti chiede è di avere fede. Se sarai capace di coltivare questa virtù, scoprirai che, anche per te, sette miseri pezzi di pane non solo saranno sufficienti, ma addirittura produrranno avanzi. Perché la risposta di Gesù, alla nostra fede, è sempre di una generosità sovrabbondante. Quando in noi trova l’autentica fede, allora è capace di moltiplicare ogni nostro sforzo e ci spinge ad arrivare là dove da soli non saremmo proprio capaci! Gesù non si ferma a pensare se pochi pani potranno bastare. Lui è sicuro che basteranno. Ed avanzeranno. Chi possiede questa fede, anche se solo un pizzico, come un granellino di senape, potrà fare cose che, ai più, sembrano impossibili.
A tutti noi, che vogliamo credere, che vogliamo avere fede, Gesù chiede di non rinchiuderci nei nostri schemi asfittici e riduttivi, di non affidarci al calcolo ed alla ragione, che ci imprigionano in un rinunciatario oggi privo di speranza, ma di alzare lo sguardo oltre l’orizzonte e contemplare la vastità del cielo che libera la nostra fede e la spinge in alto fino a toccare il cuore di Dio. Ed è lì che avvengono i miracoli!
#Santanotte
Alessandro Ginotta
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