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Perché il Vangelo è gioia e buona notizia?

Il dipinto di oggi è:

Anche quando sembra che non ci sia più nulla da fare, quando tutto sembra perduto, è lì che avvengono i miracoli migliori. Perché è proprio l’ora più buia quella che precede l’alba. 

Il mio in(solito) commento a:
Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia
(Giovanni 16,16-20)

La parola Vangelo deriva dal latino evangelium, adattamento del greco εὐαγγέλιον, che potremmo tradurre come “buona novella“, in quanto composto di εὐ «bene, buono» e ἄγγελος «messaggero, annuncio». Dunque, quando riceviamo una buona notizia, siamo felici.

Scrive Papa Francesco nell’esortazione apostolica Evangelii Gaudium (la gioia del Vangelo): “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento”. Poi prosegue: “Il grande rischio del mondo attuale, con la sua molteplice ed opprimente offerta di consumo, è una tristezza individualista che scaturisce dal cuore comodo e avaro, dalla ricerca malata di piaceri superficiali, dalla coscienza isolata. Quando la vita interiore si chiude nei propri interessi non vi è più spazio per gli altri, non entrano più i poveri, non si ascolta più la voce di Dio, non si gode più della dolce gioia del suo amore, non palpita l’entusiasmo di fare il bene. Anche i credenti corrono questo rischio, certo e permanente. Molti vi cadono e si trasformano in persone risentite, scontente, senza vita. Questa non è la scelta di una vita degna e piena, questo non è il desiderio di Dio per noi, questa non è la vita nello Spirito che sgorga dal cuore di Cristo risorto”.

“Il maligno – osserva San Francesco di Sales – gode nella tristezza e nella malinconia, perché lui è, e lo sarà per l’eternità, triste e malinconico; per cui vorrebbe che tutti fossero così!” (Filotea, cap. XII). “Il nemico – prosegue il santo – si serve della tristezza per portare le sue tentazioni contro i buoni; da un lato cerca di rendere allegri i peccatori nei loro peccati, e dall’altro cerca di rendere tristi i buoni nelle loro opere buone”. Da una parte il maligno cerca di presentare il male in modo piacevole, mentre, dall’altra, tenta di distoglierci dal bene facendocelo sembrare sgradevole.

Un altro grande Santo, Ignazio di Loyola, disse: “è proprio dello spirito cattivo rimordere, rattristare, porre difficoltà e turbare con false ragioni, per impedire di andare avanti; invece è proprio dello spirito buono dare coraggio ed energie, consolazioni e lacrime, ispirazioni e serenità, diminuendo e rimovendo ogni difficoltà, per andare avanti nella via del bene”.

Il Vangelo è vita, il Vangelo è gioia, il Vangelo è speranza. Ed è con questi sentimenti nel cuore che siamo chiamati a vivere. Non serve a nulla piangerci addosso quando qualcosa non va: se abbiamo la possibilità di raddrizzare le cose dobbiamo darci da fare per farle andare per il verso giusto; abbandonarci alla tristezza può soltanto rallentarci ed allontanare il momento in cui la nostra condizione potrà migliorare. Anche quando sembra che non ci sia più nulla da fare, quando tutto sembra perduto, è lì che avvengono i miracoli migliori. Perché è proprio l’ora più buia quella che precede l’alba. Dobbiamo sempre coltivare, nel nostro cuore, la speranza di un domani migliore. Perché fiducia (fede) e speranza sono le due condizioni che Dio ci chiede per intervenire nella nostra vita e modificarla, migliorarla, trasformarla. Se noi partiamo disperati (senza speranza) di fatto impediamo a Dio di operare il miracolo che ci potrebbe salvare. Siamo noi ad impedirlo, con la nostra tristezza, con la nostra mancanza di fede.

Pensa alla morte in croce di Gesù. Sembrava l’ultimo atto: Dio è morto. Oscurità. Terremoti. Smarrimento. Sbigottimento. Fuga. Eppure subito dopo sono sopraggiunte l’incredulità e la gioia per la sua Risurrezione. No. Dio non è morto. È risorto. Ed anche tu risorgerai. Non solo nell’ultimo giorno, quando tutti risorgeremo nel Signore. No. Tu risorgerai molto prima, perché quando inizierai a guardare la tua vita con speranza e con ottimismo, quando farai l’esperienza dell’incontro con Gesù nel profondo del tuo cuore, allora tutto cambierà! Così come è cambiato Zaccheo. Così come è cambiato San Paolo. Così come è cambiato il Buon ladrone. Così come puoi cambiare tu. Convertendoti. Migliorandoti. Scegliendo la luce e rifiutando le tenebre. Scegliendo la gioia tangibile ed innegabile che deriva dal sentirsi in pace con Dio.

Misericordia io voglio e non sacrificio” (cfr. Mt 9,13), disse Gesù. Il Vangelo invita con insistenza alla gioia. Bastano alcuni esempi: «Rallegrati» è il saluto dell’angelo a Maria (Lc 1,28). La visita di Maria a Elisabetta fa sì che Giovanni salti di gioia nel grembo di sua madre (cfr Lc 1,41). Nel suo canto Maria proclama: «Il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore» (Lc 1,47). Quando Gesù inizia il suo ministero, Giovanni esclama: «Ora questa mia gioia è piena» (Gv 3,29). Gesù stesso «esultò di gioia nello Spirito Santo» (Lc 10,21). Il suo messaggio è fonte di gioia: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11).

Abbiamo letto i primi due punti della Evangelii Gaudium, concludiamo con il terzo: “Invito ogni cristiano, in qualsiasi luogo e situazione si trovi, a rinnovare oggi stesso il suo incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta. Non c’è motivo per cui qualcuno possa pensare che questo invito non è per lui, perché «nessuno è escluso dalla gioia portata dal Signore». Chi rischia, il Signore non lo delude, e quando qualcuno fa un piccolo passo verso Gesù, scopre che Lui già aspettava il suo arrivo a braccia aperte. Questo è il momento per dire a Gesù Cristo: «Signore, mi sono lasciato ingannare, in mille maniere sono fuggito dal tuo amore, però sono qui un’altra volta per rinnovare la mia alleanza con te. Ho bisogno di te. Riscattami di nuovo Signore, accettami ancora una volta fra le tue braccia redentrici»”. #Santanotte

Alessandro Ginotta

Il dipinto di oggi è: “La Risurrezione” di Carle Van Loo, 1734, olio su tela, Haggerty Museum of Art, Milwaukee, Stati Uniti

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