Sono partiti il 30 settembre da Piazza San Pietro, con la benedizione di Papa Francesco. Stanno percorrendo a piedi 1200 chilometri per arrivare a Parigi, dove tra il 30 novembre e l’11 dicembre 2015 si terrà la COP21, la ventunesima Conferenza annuale delle Parti, l’organo della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Ieri sono giunti a Torino.
Alla guida del The People’s Pilgrimage, c’è Yeb Sano, cattolico, ex viceministro per l’ambiente nelle Filippine, negoziatore alle conferenze sul clima sino a quella di Varsavia del 2013. Yeb Sano si è dimesso dai suoi prestigiosi incarichi governativi per dare vita al movimento interreligioso che sta attraversando le strade d’Europa per sensibilizzare i cittadini ai problemi del cambiamento climatico.
Ho incontrato la carovana di “Una Terra, Una Famiglia Umana. In cammino verso Parigi” a Torino, a metà strada tra Roma e Parigi. “La metà del percorso – dice Yeb Sano – è il punto di non ritorno. Abbiamo già fatto molta strada e non ci vogliamo fermare”. In questo momento sono in sedici a camminare, ma ad ogni tappa si aggiungono altre persone. Ogni sera si fermano in una città, incontrano i politici locali, parlano con la gente comune e portano a tutti il loro messaggio di speranza e l’incitazione ad unirsi per cambiare davvero il mondo.
La COP21 è la ventunesima Conferenza annuale delle Parti. Yeb Sano racconta le scorse edizioni, a partire dalla prima di Rio de Janeiro nel 1992, a quella del 1994 che ha portato alla sigla del Protocollo di Kyoto, alla COP 15 di Copenhagen “il più grande fallimento”. “Quella delle COP – dice Yeb Sano – è una storia di insuccessi, ma io credo fermamente che questa volta sarà diverso”. “Perchè?” gli chiediamo. “Grazie a Papa Francesco”. Mentre Yeb pronuncia queste parole porta la mano al tau che porta al collo sopra la maglietta del pellegrinaggio.
E’ proprio la Laudato si’ a scandire il cammino di questo gruppo. Nadia Gonnella, rappresentante della Focsiv, ci racconta che i membri del pellegrinaggio stanno trascrivendo a mano l’Enciclcica di Papa Francesco. Il manoscritto verrà consegnato ai partecipanti alla Conferenza di Parigi.
“Il grido della terra come il grido dei poveri”. Così, citando le parole di Papa Francesco, Yeb Sano parla della Laudato si’. “Un testo che abbiamo fatto nostro, che noi condividiamo fermamente parola per parola”. Perchè il riscaldamento globale si vincerà solo se prima sconfiggeremo i tre grandi mali del nostro mondo, tre parole che iniziano con la lettera “A”: “Avarizia, arroganza e apatia”. La Laudato si’ può essere lo strumento per battere questi tre grandi nemici.
“Ogni passo conta”. Yeb Sano lo ripete più volte. Tutti noi siamo importanti. Ciascuno di noi può fare qualcosa per la cura della casa comune. Per spiegarci meglio questo concetto Yeb racconta l’episodio che lo ha spinto a lasciare i suoi incarichi governativi e dedicarsi anima e corpo all’ambiente.
Tutto iniziò all’indomani del tifone Haiyan, che nel novembre del 2013 ha devastato le Filippine. A Tacloban la famiglia Sano ha perso tutto. “Ma la vera spinta è stata questa immagine” dice Yeb mentre ci mostra la fotografia di una bambina che sembra giocare sulla spiaggia. Distese sulla sabbia c’erano migliaia, forse milioni di stelle marine. “Questa bambina è mia figlia, si chiama Amira”. Il nonno scattando questa foto le chiese cosa stesse facendo. Lei rispose così: “se il sole salirà ancora e l’oceano continuerà a ritirarsi, tutte queste stelle marine moriranno”.
“Ma come potrai salvare tutte queste stelle marine? – osservò il nonno – sono tantissime! Tu da sola non puoi fare la differenza!”. A queste parole la bimba raccolse una stella, la accarezzò con la mano, la rigettò nell’oceano e disse: “ecco, io adesso ho fatto la differenza per quella stella marina”.
Ed è proprio questo il messaggio che Yeb Sano vuole portare a tutti noi, camminando per le nostre strade: “Ogni persona che incontriamo fa la differenza. Ogni albero che piantiamo, ogni goccia d’acqua che risparmiamo, ogni chilogrammo di cibo che non viene gettato via, tutte le volte che andiamo in bicicletta anzichè prendere la macchina… fa la differenza!”.
Di Alessandro Ginotta
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